di Roberta De Rossi È decisamente infastidita la reazione istituzionale alle immagini – pubblicate ieri da La Nuova – delle barelle a far gimcana tra i cantieri dell’ospedale civile per la realizzazione della nuova, attesa area medica del padiglione Jona, tra la radiologia-oncologia del Gaggia e il blocco Neuroderma-Infettivi, con i pazienti spinti dagli infermieri nel tunnel a ridosso degli scavi a cielo aperto, protetti da reti a maglie larghe (da norma) se non addirittura con le lettighe spinte all’aria aperta lungo il cantiere, bello o brutto tempo che sia in cielo.
Il direttore generale dell’Asl 12 Giuseppe Dal Ben si nega al telefono, il sindaco Orsoni si arrabbia, ma assicura un rapido intervento. «Possibile che quando c’è qualcuno che mette finalmente ordine ad una situazione che attendeva rimedio da tempo, tutti pronti a sparare addosso? Disagi ci sono, ma arrivano dal passato, è da mesi che è così: perché ora?», s’accalora al telefono. Perché le segnalazioni continuano ad arrivare per i pazienti sospinti in barella all’aperto – anche il Centro diritti del malato ne ha ricevute altre due pochi giorni fa – proprio a fronte del permanere dei disagi, che sarebbero quantomeno contenibili con la semplice installazione di un altro tunnel provvisorio che conduca agli edifici che ospitano Infettivi, Neurologia e Dermatologia, al cui interno peraltro sono in corso altri lavori di messa a norma anti incendio. Anche se si tratta di una situazione che il nuovo direttore generale ha ereditato dal passato e si tramanda dall’avvio dei lavori oltre due anni fa, è accettabile che persista ancora? «Ma no, certo», risponde Orsoni, «mi sono subito informato e mi è stato assicurato dall’Asl 12 che si sta intervenendo per limitare i disagi a breve, penso proprio con una copertura mobile. Però dev’essere chiaro che qui stanno lavorando per migliorare l’ospedale». Il nuovo padiglione Jona è un project financing da 42 milioni voluto (al posto di una semplice ristrutturazione) dall’ex direttore Antonio Padoan per realizzare la nuova area medica e una piazza coperta di collegamento tra i reparti: dopo una lunga sospensione lavori(per le difficoltà economiche dei soci privati), l’intervento è ripreso. Piazza coperta pronta entro l’estate e il nuovo padiglione per primavera 2014. «Abbiamo inviato subito una segnalazione urgente alla direzione generale, che forse non era ben al corrente di come è la situazione in loco», commenta Giampiero Rigamonti, presidente del Centro diritti del malato, «bisogna creare le condizioni perché la vita ospedaliera sia la migliore possibile, nonostante questi necessari lavori. Abbiamo dato dei suggerimenti, come una staccionata più alta, una rete a maglie più fitte, una copertura provvisoria. Il direttore Dal Ben si è dimostrato molto disponibile nei nostri incontri, ha riavviato un cantiere fermo e preso con il personale importanti iniziative, come l’ampliamento degli orari per alcuni esami». «Però», conclude Rigamonti, «bisogna garantire che malati e visitatori siano tutelati al massimo, magari utilizzando anche pannelli fonoassorbenti del tipo di quelli in uso sulle autostrade, per dare garanzie di sicurezza e privacy. Certo “stanno lavorando per noi” ed è importante, ma qualcosa si deve fare, perché i lavori durano da molto e proseguiranno ancora a lungo». Ieri, intanto, Orsoni e Dal Ben hanno incontrato il rettore padovano Giuseppe Zaccaria, per verificare il permanere della possibilità del trasferimento al Civile – nell’area della nuova foresteria – di corsi e collaborazioni con la facoltà di Medicina patavina: disponibilità data, si è deciso per una commissione tecnica che stabilisca costi e modalità per una decisione finale.
La Nuova Venezia – 21 marzo 2013