Una settimana fa Maurizio Gomma, ieri Giovanni Serpelloni. Cambiano i giudici del lavoro (Antonio Gesumunno nel primo caso, Marco Cucchetto nel secondo) ma l’esito della vertenza è identico: «Licenziamento nullo».
Tra novembre 2014 e gennaio 2015, il direttore generale dell’Usl 20 Maria Giuseppina Bonavina aveva decapitato i vertici del Servizio di tossicodipendenze di via Germania cacciando oltre a Serpelloni e Gomma anche il collega ricercatore Oliviero Bosco per la contestata titolarità dei diritti d’autore relativi al software Mfp attualmente in uso a oltre un centinaio di Sert in tutta Italia. Un «affaire» da decine di milioni di euro. Nel giro di una settimana, però, il Tribunale di Verona ne ha «riassunto» i due terzi. E così, dopo il reintegro nell’Usl 20 per ordine della magistratura di Gomma (che 48 ore fa con una delibera ad hoc il dg Bonavina ha assegnato alla sanità penitenziaria), adesso dovrà essere riammesso in servizio anche Serpelloni.
Il motivo? Nelle 4 pagine di ordinanza, il giudice Cucchetto scrive che sussiste «nullità della sanzione disciplinare per incompetenza del direttore generale a irrogare la sanzione». In altre parole, «la norma prevede che l’ufficio competente per i procedimenti disciplinari si occupi anche della conclusione del procedimento»: in sostanza, tale ufficio avrebbe dovuto «deliberare» e «disporre il licenziamento», che invece è stato «adottato dal dg, il quale così facendo si è voluto assumere la piena e diretta responsabilità dell’adozione della sanzione più grave». Risultato: Serpelloni dovrà essere reintegrato nel posto di lavoro e gli dovranno essere corrisposti 8mila euro a titolo di indennità retributiva oltre alla refusione di 4.500 euro per le spese legali. Reazioni? Anche in questo caso, il dg Bonavina non demorde. Anzi: «L’Azienda prende atto dell’annullamento del licenziamento del dottor Serpelloni, anche questa volta per un vizio di forma. Si sottolinea come non una parola viene spesa sulla doverosità e necessità dell’azione disciplinare avviata nei confronti di Serpelloni, come se i fatti oggetto di contestazione fossero irrilevanti. Ed invece – contrattacca il dg dell’Usl 20 -, egli era stato licenziato perché, insieme ai dottori Bosco e Gomma, si era appropriato di un bene dell’Usl 20, cedendolo addirittura ad un terzo. Il bene in questione è un software che è stato messo a punto utilizzando soldi pubblici (tra cui anche 700 milioni di lire della Regione Veneto). Nessuna azienda, tantomeno una pubblica amministrazione, può tollerare che propri dipendenti si approprino indebitamente di suoi beni e decidano di venderli ad altri. Questa è stata la ragione per la quale il dirigente venne licenziato, oltre che segnalato alle autorità competenti. Oggi viene reintegrato per un vizio di forma che appare del tutto insussistente, ragione per la quale verrà proposta rituale opposizione. L’Azienda precisa infine di aver agito doverosamente al fine di tutelare il patrimonio pubblico che è chiamata a gestire, minacciato dalle azioni dei propri dipendenti, che oggi vengono reintegrati. La reintegrazione avverrà, come per tutti i dipendenti pubblici, tenendo conto della professionalità e delle attuali esigenze aziendali».
E ora parola a Serpelloni: «Il fatto che ben 4 direttori non abbiano saputo applicare correttamente la legge, è estremamente preoccupante. Voler far passare questa condanna come una sconfitta per un semplice “vizio di forma” riducendone la gravità, come il direttore generale sta facendo, è inaccettabile e ho dato mandato ai miei legali di predisporre una immediata denuncia nelle opportune sedi di tutti i responsabili di questo abuso d’ufficio ed esercizio illegale ed arrogante del potere amministrativo, chiaramente richiedendo i danni morali e materiali rispetto a quanto da loro illegalmente messo in atto. Ho anche chiesto al presidente Zaia e all’assessore Coletto di verificare quanto successo nei dettagli le condizioni e l’opportunità di rimuovere immediatamente dagli incarichi i responsabili di questo scempio. In quanto alla discussione del merito (la proprietà del software Mfp) sarà oggetto di nostre azioni in ambito civile e sono sicuro che sarà una ulteriore riconferma della scorrettezza attuata dalla direzione strategica dell’Usl 20.Infine non accetterò minimamente, perseguendo immediatamente chi vorrà continuare con questa persecuzione personale e professionale (con insano accanimento, testardaggine e motivazioni palesemente strumentali e false) imponendomi spostamenti di sede lavorativa, di ruolo, di mansione e qualsiasi altra diminuzione o vessazione nei miei confronti e della mia professionalità specifica, azioni che potrebbero essere intraprese nel prossimo futuro dalla direzione, ma che diffido fin d’ora a mettere in atto». Altri colpi di scena all’orizzonte?
Laura Tedesco – Il Corriere del Veneto – 19 agosto 2015