«La restituzione delle trattenute di stipendio decretata dal Tribunale del Lavoro di Verona a favore di due degli otto assenteisti che con la mia troupe avevo pizzicato in flagrante all’Usl 20? Questa non è vera giustizia e una sentenza del genere, in ogni caso, non rappresenta un bell’esempio. Anzi, a mio modo di vedere, con simili verdetti si rischia solo di trasmettere un cattivo esempio per tutti. Soprattutto in momenti come questo in cui il lavoro manca…». È un fiume in piena Valerio Staffelli. E, parlando di vicende di matrice veronese, non è certo la prima volta che accade.
Basta riavvolgere il nastro delle cronache a tre mesi fa quando, a fine luglio, il super inviato di Striscia la Notizia aveva bollato come «malagiustizia» la richiesta d’archiviazione con cui la procura scaligera aveva chiuso l’inchiesta per truffa sugli otto dipendenti dell’Usl 20 sorpresi due anni e mezzo fa dalle telecamere del tg satirico di Canale 5 a timbrare il cartellino alla sede di via Valverde per poi andarsene a fare la spesa o in posta.
E Staffelli non usa certo mezzi termini adesso che, con la sentenza 310 del 2014, la sezione Lavoro del Tribunale ha annullato i provvedimenti disciplinari (nel dettaglio, si trattava di sospensione dal servizio e dalla retribuzione per rispettivi 13 e 14 giorni) adottati dall’Usl 20 nei confronti di due degli otto «furbetti» colti in fallo da Striscia . Con quale motivazione? Secondo i magistrati, «il danno economico derivante dal comportamento contestato alle dipendenti era stato secondario e esiguo» rispetto alla «punizione» disciplinare.
Una lettura dei fatti, quella delineata dal giudice civile, che fa insorgere Staffelli: «Fatti “secondari ed esigui”? Non posso crederci: con la nostra inchiesta sul campo, avevamo filmato dipendenti che, dopo aver timbrato il cartellino in via Valverde, anziché entrare in ufficio uscivano subito per andare al supermercato, in posta o a fare un giro in città. Non si trattava affatto di semplici pause caffé, ma di comportamenti ben più gravi e reiterati. Per questo non mi spiego una simile decisione da parte dei giudici – scuote la testa l’indomito inviato Mediaset -. Comunque io faccio il mio mestiere e non posso certo sostituirmi alla giustizia. Una cosa, comunque, voglio mettere in chiaro: la battaglia di Striscia contro l’assenteismo non si ferma, tutt’altro. E non escludiamo di tornare un giorno proprio a Verona…».
Nessun commento ufficiale, invece, dai vertici dell’Usl 20: «La decisione del Tribunale del Lavoro? Non posso che prenderne atto» si limita a dichiarare il direttore generale Maria Giuseppina Bonavina. Era stata lei stessa, tre mesi fa, a rivelare che nei confronti degli stessi otto presunti «furbetti» su cui la procura ha deciso di non procedere, «il procedimento disciplinare a cura dell’Usl 20 si è già invece concluso con l’irrogazione di altrettante sanzioni». Nello specifico, «si è provveduto a sospendere gli emolumenti per un periodo di tempo variabile, a seconda dei singoli casi, dai 13 ai 17 giorni». Traduzione: «assolti» dalla magistratura scaligera, i presunti assenteisti di via Valverde erano stati invece «condannati » – o meglio, «sanzionati» – dall’Usl 20, vale a dire dal proprio datore di lavoro. Una punizione interna che due di loro, però, avevano impugnato davanti al Tribunale civile. Guadagnando ora l’«assoluzione». La seconda, dopo quella disposta dai pm.
Laura Tedesco – Corriere del Veneto – 4 novembre 2014