Il direttore generale traccia il programma degli obiettivi dei prossimi anni: investimenti per 40 milioni tra ampliamenti e nuova strumentazione. Angonese: «Con meno risorse si dovranno risparmiare altri 3 milioni. L’obiettivo? Mantenere le prestazioni uguali al 2012»
Saranno tre anni di lacrime e sangue. Inutile illudersi. Per la sanità pubblica i sacrifici continueranno, ma il dg Ermanno Angonese non si fascia la testa e, con il cosiddetto Piano delle performance, cioè il programma degli obiettivi per il triennio 2013-2015, vara anche una lunga serie di riorganizzazioni con cui assorbire l´impatto negativo dei tagli e riuscire, nonostante le minori risorse, a garantire servizi e prestazioni, e a far crescere l´azienda.
STRATEGIA. Un´impresa da titani, ma la strategia è corposa e Angonese, capitano di lungo corso che ha conosciuto altri tempi di crisi, promette di guidare la nave verso lidi meno procellosi. L´ex manager Antonio Alessandri prendeva di petto i problemi. Lui li affronta con più calma. Ma la solitudine dei numeri primi li rende pressoché identici nelle cose da fare e anche da osare per portare avanti l´azienda, fra i vincoli finanziari inderogabili stabiliti dalla Regione per effetto della spending review (che toglie dalle casse della sanità veneta 270 milioni) e le conseguenti difficoltà di gestione. C´è una rotta indicata da Venezia, dalla quale è proibito discostarsi ed è, all´interno di essa, che occorre trovare soluzioni creative per uscire indenni dalle difficoltà, anzi per aumentare la velocità di crociera.
SPENDING REVIEW. «Bisogna prendere atto – dice Angonese – che è iniziata un´era diversa. Inutile guardarsi indietro. Le risorse sono insufficienti, ma non ne avremo di più. Dobbiamo spendere meglio, orientando le scelte verso le attività considerate prioritarie per la salute. L´obiettivo principale è di mantenere le prestazioni del 2012, tranne indicazioni particolari per qualche struttura chiamata a un eventuale contenimento di costi».
I NUMERI. Le cifre, in effetti, sono quelle che sono. Su un bilancio nel 2012 di circa 657 milioni, l´Ulss, che ora parte da un disavanzo di oltre 17 milioni, per il 2013 riceverà dalla Regione 16 milioni in meno ma dovrà chiudere l´esercizio a – 14 milioni 240 mila euro. Dovrà risparmiare quasi 3 milioni pur avendo un fondo sanitario decisamente più povero. La cura dimagrante proseguirà nel 2014.
Il fondo regionale non avrà alcun incremento, ma si dovrà far calare il disavanzo a – 12,6 milioni. Stessa musica nel 2015, ultimo anno di mandato di Angonese. Sempre senza variazioni la casella delle entrate, ma altro giro di vite imposto dalla Regione per restare dentro le barriere del fondo sanitario: il deficit dovrà scendere ancora fino a – 10 milioni e mezzo. In tre anni un taglio secco di quasi 6 milioni e mezzo, con un portafogli, come detto, ampiamente alleggerito di cash, ma la manovra dovrà essere effettuata a tutti i costi, anche perché, come scritto nelle delibere di nomina, è sul risultato economico finale che i dg si giocano il posto.
COSTI DI PRODUZIONE. Per l´Ulss resta, dunque, una strada a senso unico da percorrere, anche considerando l´aumento dell´inflazione e, probabilmente, dell´Iva. Ed è quella di ridurre i costi di produzione sulla base dei tetti di spesa fissati dalla Regione per assistenza specialistica ambulatoriale, assistenza ospedaliera erogata dai privati accreditati, assistenza integrativa, farmaci, dispositivi medici, protesi, beni e servizi non sanitari, personale. L´Ulss ha pure messo sulla carta il piano degli investimenti, che ora dovrà essere valutato dalla Crite, la Commissione regionale che fa l´esame alle proposte delle aziende e poi dà l´ok a condizione che siano compatibili con le risorse disponibili.
MANUTENZIONI. Il fabbisogno nel triennio per edilizia, manutenzioni straordinarie, attrezzature, arredi, è di quasi 40 milioni: 10 per il 2013, 13 per il 2014, 17 per il 2015. La fetta più grossa, 17 milioni 661 mila, se ne andrà con le nuove costruzioni, ma consistente pure l´assegno, 12 milioni 192 mila, previsto per la dotazione di apparecchiature. Software e brevetti richiederanno un impegno di 3 milioni 783 mila. Gli interventi più onerosi riguarderanno l´ampliamento del pronto soccorso, la radiofarmacia, il sesto lotto con gruppo operatorio e terapie intensive, la ristrutturazione della vecchia sede dell´anatomia patologica, l´ampliamento dei reparti di ematologia e di urologia, il completamento dell´ottagono del laboratorio analisi, l´acquisto di un angiografo biplano per la neuroradiologia, la messa a norma degli impianti
Il Giornale di Vicenza – 25 febbraio 2013