Mala tempora currunt per i direttori generali delle aziende sanitarie. Pochi soldi a disposizione per bilanci sempre in rosso, pochissima autonomia e ora perfino un grosso bavaglio sulla bocca.
Guai a loro se spifferano in giro qualsiasi cosa riguardi le visite di notte, cavallo di battaglia del governatore Luca Zaia, che questa «vera e propria rivoluzione culturale» ha fortemente voluto e che non tollera insubordinazioni in materia. Il primo avvertimento però l’ha fatto firmare dal portavoce Carlo Parmeggiani, che il 31 agosto ha inviato a tutti i dg (e relativi uffici stampa, sai mai) una circolare avente per oggetto: «Apertura notturna e festiva dei servizi di diagnostica». I toni, al di là di superlativi e preghiere, non lasciano margini di trattativa: «Carissimi direttori, in attesa che insieme alla Presidenza vengano definite le modalità di comunicazione sull’apertura notturna e festiva dei servizi di diagnostica, vi pregherei di astenervi da comunicazioni in merito verso giornali ed emittenti radio/tv, se non nel caso di forti sollecitazioni da parte degli organi di stampa e/o indispensabili repliche che concorderemo insieme di volta in volta».
Un’informazione controllata, insomma, che manda in mille pezzi la «casa di vetro» nella quale la giunta Zaia si vanta di aver trasformato Palazzo Balbi, da tre anni tempio della trasparenza. Un silenziatore che ha colto di sorpresa diversi manager, «dispiaciuti per la mancanza di fiducia così espressa da chi ci ha nominati» e indispettiti perchè «costretti a prendere ordini da un giornalista». Qualche schizzo di malumore dev’essere arrivato anche a Venezia e allora in quattro e quattr’otto, mercoledì sera per ieri mattina, è stato organizzato un incontro tra il presidente, l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, il segretario Domenico Mantoan e i dg. Al centro del dibattito la sperimentazione programmata dalla Regione dal primo settembre al 31 dicembre prossimo per esami radiologici da effettuare il lunedì e il mercoledì con orario 20/24, il sabato e la domenica. Iniziativa lanciata da Zaia per abbattere le liste d’attesa e che, stando alle prime e probabilmente ultime comunicazioni «libere» delle Usl, ha riscosso un gran successo: agende delle prenotazioni piene per i prossimi tre mesi. L’eco di quello che il centrosinistra definisce «un enorme spot elettorale», finito però su tutti i giornali, i tg e i siti, pare sia arrivato al ministero della Salute, felice di congratularsi con il governatore. Che dunque vuole gestire al meglio tutte le notizie in materia, centralizzandole.
Lo ha ribadito ieri, stavolta in prima persona, imponendo ai dg di mantenere un livello di comunicazione di servizio ai pazienti attraverso gli Uffici relazioni con il pubblico e i Cup, ma senza battere la grancassa. «Fate funzionare al meglio il nuovo servizio e fornite le spiegazioni essenziali all’utente, ma le informazioni ai media le voglio governare da qui», il sunto delle sue parole. «Il presidente ci tiene molto alla gestione della comunicazione — riferiscono i manager — e non vuole che siano diffusi dati sull’esito del primo mese della sperimentazione. Lo farà la Regione». Chissà come mai. Forse lo scoprirà «Report», il programma d’inchiesta condotto su Rai 3 da Milena Gabanelli, che questo fine settimana girerà un servizio sulle visite di notte in alcuni ospedali veneti. «Ma per la prima volta non userà toni scandalistici — ha rivelato Zaia nella riunione di ieri mattina — bensì mostrerà una sanità che funziona, paragonandola alle inefficienze emerse in altre zone d’Italia». Il governatore ha poi esortato i dirigenti «a fare squadra e a prestare particolare attenzione alla gente che soffre», richiamandone qualcuno su disfunzioni segnalate direttamente a lui via sms e via e-mail da pazienti insoddisfatti. Nel mirino prestazioni uguali pagate diversamente o catalogate con moduli diversi a seconda dell’azienda sanitaria, emerse dal contatto senza filtri politica-popolo che fa onore al presidente. Allora perchè tornare alle veline? Operazione nostalgia canaglia?
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 6 settembre 2013