Su una cosa il governatore era stato chiaro quando aveva nominato i nuovi direttori generali delle Asl del Veneto e delle Aziende ospedaliere: il premio di risultato non è automatico, lo si prende se si centrano gli obiettivi richiesti, ma soprattutto se le condizioni economiche lo consentono. Quel 20 per cento che va ad integrare lo stipendio lordo di 149mila euro che spetta ad ogni direttore generale non è quindi un automatismo e da un paio d’anni a questa parte è diventato un miraggio. L’integrazione spetta al raggiungimento degli obiettivi se le condizioni economiche lo consentono. Ma alcuni non la pensano così. Tra coloro che a dicembre 2012 sono stati esclusi dalla partita, e che non sono stati confermati, c’è chi ha deciso di rivolgersi ad un avvocato per rivendicare il pagamento di quel premio che non è stato preso negli anni 2009, 2010 e 2011.
Sul tavolo dell’ufficio legale della Regione Veneto sono arrivate cinque lettere (sugli 11 esclusi) di diffida e due ricorsi veri e propri.
Le diffide, affidate tutte al medesimo studio legale, sono degli ex direttori generali Paolo Stocco, che reggeva l’Asl di San Donà di Piave, Valerio Alberti (Bassano), Adriano Cestrone (Azienda ospedaliera di Padova), Antonio Alessandri (Vicenza) e Renzo Alessi (Alto Vicentino). Si tratta di una lettera interlocutoria, con la quale si rivendica il pagamento del premio, ma che non quantifica la somma richiesta.
Diversa la posizione dei due direttori ricorrenti, Stefano Vianello, ex direttore dei Servizi sociali dell’Asl di Chioggia e Lino Battistello, ex direttore sanitario sempre a Chioggia che hanno invece chiesto il pagamento del saldo dell’acconto di indennità di risultato (hanno ricevuto il 14 per cento contro il 20 per cento) pari a 55mila euro lordi. Mentre per i direttori generali la partita si gioca tutta in Regione, i direttori di seconda fascia dipendono direttamente dalle Asl quindi spetterà all’Asl di Chioggia decidere quale strada intraprendere.
Alla prima udienza che si è tenuta a fine ottobre la Regione Veneto ha deciso di non costituirsi. Ma di premi, in generale, la Regione pare non ne voglia proprio sentir parlare. Non lo hanno ricevuto i direttori generali in carica e non lo hnno preso neppure i segretari. Domenico Mantoan compreso.
Ed è questo un cammino che il presidente non intende abbandonare a quanto pare, fino a quando la sanità, che anche quest’anno ha chiuso il bilancio in attivo ma con sacrifici di tutti, non potrà godere su più floride entrate.
Per gli ex direttori generali che hanno rivendicato il premio (gli altri 6 non riconfermati non hanno inviato alcuna lettera) si apre ora una trattativa con la Regione che non è detto non possa anche sfociare in una battaglia legale.
Nella foto Domenico Mantoan insieme ai Dg dello scorso mandato
Daniela Boresi – Gazzettino – 12 gennaio 2014