Sale la tensione, nella sanità veneta, in vista della nomina dei futuri direttori generali delle 22 Usl e delle 2 Aziende ospedaliere. Il governatore Luca Zaia, cui spetta l’esclusiva sulla scelta (pur ponderata dalle indicazioni di Lega e Pdl) ieri pomeriggio ha incontrato i manager uscenti per ringraziarli del lavoro svolto («Per la prima volta il bilancio della sanità è in attivo e questo è soprattutto merito vostro») e per annunciare, com’era prevedibile, che non tutti saranno confermati: «Ma valuterò la possibilità di ricollocare in altre posizioni alcuni di quelli che dovranno lasciare l’incarico. Non voglio che la vostra esperienza vada perduta». Stando ai rumors Zaia avrebbe incontrato alcuni dei nuovi dg già ieri mattina, per un caffè, mentre da Palazzo Balbi si dicono certi che non sarà ufficializzata alcuna nomina prima del 30 dicembre.
In questo senso, ad esempio, si parla con una certa insistenza della possibilità che il direttore uscente dell’Azienda di Padova, Adriano Cestrone (che quasi sicuramente cederà il posto a Claudio Dario, mentre per l’Usl 16, di cui Cestrone è reggente, è ballottaggio tra il direttore sanitario Daniele Donato e l’attuale dg di Cittadella Francesco Benazzi), dopo essere stato costretto all’abbandono per raggiunti limiti d’età possa sostituire Domenico Mantoan alla segreteria generale, se mai questo optasse per la direzione dell’Azienda di Verona (può ancora farlo, grazie ad un cavillo procedurale) o accettasse le proposte arrivate da altre Regioni, Lombardia in testa, per lo stesso ruolo che oggi ricopre in Veneto. Ed è, questo, solo uno dei rumors che si accavallano in queste ore (s’è detto anche che Zaia avrebbe incontrato alcuni dei nuovi dg già ieri mattina, per un caffè) mentre da Palazzo Balbi si dicono certi che non sarà ufficializzata alcuna nomina prima del 30 dicembre. Marco Bonet – Corriere del Veneto – 19 dicembre 2012
Auguri natalizi ai Dg. Ulss, Zaia vuole anche manager giovani. Probabile l’addio di Alessandri e Cestrone, in allerta anche gli attuali dg sessantenni
Non ha anticipato nulla, né fatto nomi, come era prevedibile, ma nell´incontro di ieri pomeriggio a Venezia a palazzo Balbi per gli auguri natalizi ai 24 direttori generali allineati e coperti il presidente Luca Zaia qualcosa ha fatto capire. Atmosfera apparentemente serena, ma anche, a detta di tutti i presenti, una palpabile tensione. Il mandato dei dg è agli sgoccioli e c´è grande attesa per le nomine che Zaia dovrà fare entro l´anno (pare che il giorno fatidico debba cadere sabato 29 o domenica 30 dicembre), le prime della sua storia di governatore, e restano ancora ammantati dal mistero i criteri che nell´era post-Galan ispireranno le scelte. «Conterà il curriculum più che l´appartenenza politica – ha subito sgombrato il campo, davanti all´assessore Luca Coletto e al segretario regionale Domenico Mantoan -. Peseranno capacità, professionalità, esperienza, dialogo con il territorio come strumenti positivi per gestire la fase del cambiamento. Non tutti gli uscenti verranno confermati. Varranno i limiti di età stabiliti dal Piano regionale socio-sanitario. Pensiamo all´innesto di parecchi giovani per un giusto ricambio generazionale che deve esserci ogni 10-12 anni, anche se chi non verrà confermato potrà avere ancora qualche importante opportunità all´interno della macchina regionale».
Parole, gentili ma ferme e incisive, quelle del governatore, che sono suonate come congedo definitivo per Adriano Cestrone e Antonio Alessandri, ormai oltre i 65 anni previsti dal Prss ma che hanno acceso qualche campanello di allarme anche per i sessantenni Ermanno Angonese, Renato Mason, Arturo Orsini. Zaia ha parlato poi dello stato “eccellente” della sanità veneta: «Abbiamo ereditato un passivo di 900 milioni e oggi il bilancio è in attivo». Ha chiesto lumi sul rapporto con i medici di base. Sono intervenuti Mason, che ha chiesto “flessibilità” nel rapporto fra Venezia e Ulss; Alessandro Dall´Ora, che ha insistito sulla maggiore collaborazione da costruire con la medicina di famiglia; Claudio Dario, che ha rilanciato la necessità di fare “più squadra” con la Regione. Infine, un breve intervento pure di Coletto, un´ultima battuta di Zaia rivolta alla polemica innescata dall´on. Antonio De Poli sul futuro ospedale di Padova («Mantoan avrà da lavorare per ristabilire la verità»), e quindi panettone e spumante per tutti.
Intanto fuori, al di là delle dichiarazioni ufficiali, sembra che a fine settimana Marino Zorzato del Pdl e Federico Caner della Lega porteranno a Zaia una rosa di una trentina di papabili da cui poi il governatore dovrà attingere i nuovi 22 dg (come noto Sandro Caffi dell´Azienda ospedaliera di Verona e Pier Carlo Muzzio dello Iov scadranno a fine 2014). Ma sembra che Zaia abbia chiesto suggerimenti e segnalazioni anche a portatori di interessi estranei al Consiglio regionale. Le voci confermano anche il forte innesto di giovani manager al posto degli anziani reduci da più mandati, mentre il toto-dg indica anche i primi nomi sicuri. Il primo è quello di Dario, che prenderebbe il posto di Cestrone all´azienda ospedaliera di Padova. Al secondo Giuseppe Dal Ben, che dovrebbe prendere la strada del Trevigiano. Certi (o quasi) della conferma si danno pure Dall´Ora, Maria Giuseppina Bonavina, Giovanni Pavesi, Bortolo Simoni, Antonio Compostella, Renzo Alessi, Valerio Alberti (resterebbe a Bassano), Francesco Benazzi. Ci sarà soprattutto da rifondare la piazza veneziana. Antonio Padoan (Ulss 12) e Paolo Stocco (Ulss 10) non hanno fatto domanda e sono già out. La 14 di Chioggia è a interim. Se va in pensione anche Orsini (Ulss 13), il rinnovo sarà radicale. Il Giornale di Vicenza – 19 dicembre 2012
Ad ogni modo, ieri il governatore ha voluto anche puntualizzare la vicenda del nuovo ospedale di Padova, dopo che il deputato dell’Udc Antonio De Poli ha accusato la Regione di non aver mai chiesto alcun finanziamento al ministero della Salute per la costruzione di quello che lo stesso Zaia ha ribattezzato «l’ospedale dei veneti». «Non voglio polemizzare con uno che prende tre pensioni – ha detto il governatore – ma le cose non stanno affatto come va dicendo. L’ospedale di Padova non rientra tra le strutture previste “dall’articolo 20”, è vero, ma questo solo perché l’ultima legge di finanziamento di quell’articolo risale al 2010, sulla base di una delibera del Cipe del 2008. Ora, dal momento che il progetto del nuovo ospedale di Padova è stato approvato dalla commissione tecnica soltanto il 30 ottobre scorso, non vedo come possa ritrovarsi in un elenco stilato 4 anni prima». Esiste, questo sì, un problema di soldi: «L’articolo 20, da allora, non è più stato rifinanziato – continua Zaia – e rimodulare la programmazione, chiedendo l’inserimento ex post in lista dell’ospedale di Padova (come chiesto da De Poli, ndr.) comporterebbe la sottrazione di risorse alle altre strutture già finanziate da lì, dall’ospedale di Asiago al pronto soccorso di Vicenza passando per la nuova cittadella della salute di Treviso, perché la quota assegnata al Veneto quella è, 250 milioni, e lì ci si deve muovere». L’iter, assicurano dalla Regione, va comunque avanti: «Per fine gennaio sarà approvato l’accordo di programma con Comune, Provincia e Università di Padova – spiega Mantoan – sulla base del quale si andrà poi a definire il piano finanziario e lo strumento finanziario che verrà utilizzato». Vista la carenza di risorse da Roma, si vagliano sin d’ora possibili alternative (il nuovo polo di Padova costerà 450 milioni): il ricorso a fondi propri, un mutuo presso la Cassa depositi e prestiti, l’indebitamento sul mercato e, solo in un’ultima istanza, il project financing.
19 dicembre 2012