Repubblica. Rimane l’ultimo miglio da coprire. Le scatole ghiacciate della Pfizer cominceranno ad arrivare in Italia all’inizio del 2021. I 294 hub ospedalieri dove saranno consegnate sono stati individuati. Si sa chi saranno i primi a essere sottoposti alla doppia puntura. L’ultimo miglio, però, è ancora lastricato di incognite. Non tutti i punti hanno celle frigorifere che mantengono la necessaria temperatura di -75 gradi. E non tutte le Regioni hanno abbastanza personale per coprire la prima fase della più grande vaccinazione di massa della storia del nostro Paese. Nel piano aggiornato dopo la Conferenza Stato- Regioni di ieri, per dire, nella casella delle Marche sono ancora indicati appena 5 operatori sanitari assegnati alla procedura, cosa che fa stimare in 302 giorni il tempo per somministrare le 38 mila e passa fiale anti- Covid. Ma andiamo con ordine.
Le quote regionali
Sono 1.833.975 le dosi con le quali l’Italia avvierà la campagna. Le spedirà l’americana Pfizer intorno alla Befana, dopo una prima consegna simbolica (da poche migliaia di dosi) prevista dopo Natale. Ieri il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ha annunciato come saranno suddivise tra le Regioni. Si è basato sul conteggio delle amministrazioni locali riguardo al numero dei dipendenti del sistema sanitario, degli ospiti e degli operatori delle Rsa, ossia coloro che saranno vaccinati per primi. Le dosi, però, saranno l’11 per cento in meno di quelle richieste (circa 2 milioni). Pfizer entro la fine del mese, farà avere altri 2,5 milioni di dosi per il richiamo e per cominciare a vaccinare altre categorie considerate a rischio. Non tutti sono d’accordo con le aliquote. Vincenzo De Luca, governatore della Campania, sostiene che alla sua Regione spettino troppo pochi vaccini. «Avevamo proposto senza successo che si tenesse conto della popolazione regionale». Alla Campania sono toccati 135.890 vaccini, un numero che equivale al 2,35 per cento della popolazione. Solo tre Regioni (Abruzzo, Sardegna e Umbria) riceveranno una percentuale più bassa e la Puglia ha un dato identico. Le altre ne prenderanno tutte di più. I numeri però non si basano sugli abitanti ma sui dipendenti della sanità e sulleRsa (che al Sud sono meno diffuse che al Centro-Nord).
Alta adesione dei sanitari
Le Regioni hanno tempo fino a venerdì per comunicare quanti dipendenti aderiscono alla campagna, ma i primi segnali sono positivi. Nel Lazio l’80 per cento dei lavoratori si dice pronto a fare l’iniezione. La Toscana ha attivato un sito dedicato e in un giorno e mezzo ha raccolto circa 55 mila adesioni, che rappresentano più o meno il 45 per cento delle persone che hanno diritto al vaccino nella prima fase. L’Emilia invece è partita ieri e ha contattato circa il 25 per cento dei dipendenti: tra il 90 e il 100 per cento di loro ha dato l’ok. Anche in Veneto ci si aspetta un’alta adesione. I dati non sono certo completi ma al momento sembra scongiurato il rischio di avere una bassa percentuale di vaccinati tra medici, infermieri e altri operatori sanitari.
L’incognita dei vaccinatori
La struttura commissariale ha pubblicato due bandi per selezionare 3 mila medici e 12 mila professionisti sanitari da assumere con un contratto a tempo di 9 mesi. Il primo, che si chiude il 28 dicembre, serve per individuare cinque agenzie interinali a cui sarà affidato il compito di scegliere tra i candidati di una gara che resterà aperta fino al prossimo settembre. I tempi si allungheranno, quindi bisogna fare i conti col personale attualmente disponibile. Il Piano vaccini riporta appena 4.453 unità addette alla somministrazione: si tratta, però, di una prima stima. Sono indicate anche le tempistiche per completare, dato questa consistenza di personale, l’operazione: in Emilia 41 giorni (per 184 mila persone), in Veneto 61 giorni (165 mila persone), in Puglia 84 giorni (95 mila persone), la Lombardia 36 giorni (306 mila persone), nelle Marche bisognerà attendere quasi un anno.
Corsa al frigo
Il vaccino Pfizer si conserva, come detto, a -75 gradi. Attualmente un 20 per cento degli hub regionali non ha frigoriferi adatti. Arcuri si è offerto di acquistare le attrezzature mancanti: servono 72 celle frigorifere, delle quali 27 in Lombardia e 12 in Sicilia. Ci vorrà un po’ di tempo per aumentare la dotazione. Le celle, in base alle stime della struttura commissariale, il 7 gennaio (che potrebbe essere il giorno di inizio della campagna,) saranno però 289. In sette presidi ospedalieri, dei quali cinque in Liguria, uno nel Lazio e uno in Puglia, invece non saranno a disposizione neanche allora.