Marco Accossato. Per i medici dell’ospedale Infantile Regina Margherita, ieri sera, la prognosi restava riservata, ma il peggio – temuto per diverse ore – sembrava scampato. Il ragazzino di 12 anni morso da una vipera sulle montagne di Condove, in valle di Susa, sopravviverà. Le sue condizioni, quand’è arrivato in ospedale, parevano disperate a causa dello choc anafilattico scatenato dal veleno.
Ma con il trascorrere delle ore e grazie alla terapia iniziata nell’arco di pochissimo tempo la situazione è via via leggermente migliorata, al punto da ridare sufficiente spazio all’ottimismo, anche se non è stato per il momento ancora dichiarato completamente fuori pericolo.
Nei boschi con i genitori
Tutto è accaduto nei boschi, dove il ragazzo si trovata per la classica gita domenicale insieme ai genitori che si sono resi immediatamente conto della gravità della situazione e hanno dato l’allarme al 118. Un pomeriggio tra gli alberi per sfuggire al gran caldo. La reazione al veleno è stata immediata, il ragazzino ha perso conoscenza. Dall’eliporto di corso Marche, intanto, era già decollato l’Agusta del 118 che in pochi minuti ha raggiunto il punto in cui si trovava la famiglia che ha chiesto aiuto.
Corsa contro il tempo
È stata davvero una corsa contro il tempo. «In questi casi – spiegano in pronto soccorso al Regina Margherita – la rapidità dell’intervento è tutto; quando si tratta di uno choc anafilattico pochi minuti possono fare la differenza fra la vita e la morte».
I primi soccorsi sono stati praticati nel bosco. Il medico dell’elisoccorso ha infatti dovuto intubare all’istante il ragazzino per consentirgli di respirare. E solo a quel punto è stato possibile decollare per raggiungere la base al Cto, da dove, in ambulanza, è stato portato al pronto soccorso del vicino Regina Margherita. I medici dell’ospedale Infantile hanno confermato la gravità della situazione e trasferito subito il ragazzo in rianimazione.
«Saranno decisive le prossime ore», dicono i medici, come atto estremo di prudenza. Il ragazzino è sotto osservazione in terapia intensiva, dov’è stato tenuto qualche ora in coma farmacologico. Malgrado la ripresa è rimasto per tutta la notte legato ai monitor, e lo rimarrà finché tutti i parametri clinici torneranno entro i limiti di sicurezza. A quel punto anche la prognosi verrà sciolta.
La Stampa – 9 giugno 2014