I risultati sono stati raccolti da un team di ricercatori cinesi, che hanno cercato di fare luce sulle cause della maggior contagiosità della variante Delta: il virus mutato ha una carica 1.000 volte superiore alle altre varianti e il periodo necessario per positivizzarsi è più breve. Nonostante la maggior contagiosità però, dai primi dati non si evidenzierebbe una maggior pericolosità della variante rispetto alle precedenti
Mentre nel mondo la variante Delta si sta propagando rapidamente, portando in Europa ad una risalita vertiginosa dei casi in particolare nel Regno Unito (Qui Articolo) e nei Paesi Bassi, uno studio cinese ha svelato il meccanismo alla base dell’incredibile contagiosità del virus mutato (contro il quale risultano comunque efficaci i vaccini): l’ex variante ‘indiana’ presenterebbe infatti una carica virale circa 1.000 volte superiore rispetto a quanto osservato in precedenza e un tempo d’incubazione inferiore, da 6 a 4 giorni di media.
“I risultati dello studio sono impressionanti – ha scritto su Twitter Angela Rasmussen, dell’Organizzazione per i vaccini e le malattie infettive dell’Università di Saskatchewan – le persone infettate dalla variante Delta risultano positive più velocemente dopo l’esposizione, il che suggerisce una crescita virale più rapida. La carica virale inoltre (riscontrata dai test Pcr) è 1.000 volte più alta nei pazienti affetti da variante Delta quando riscontrata per la prima volta. Questo certamente spiega la maggior trasmissibilità del virus mutato”.
I ricercatori cinesi (del Centro provinciale per il controllo e la prevenzione delle malattie di Guangdong, con la collaborazione di alcuni esperti di Oxford) sono partiti esaminando la prima trasmissione locale di variante Delta sul suolo cinese lo scorso 21 maggio. Successivamente, fino al 18 giugno, le 167 persone risultate positive nel cluster di contagi sono state controllate quotidianamente con tampone molecolare, per registrare il periodo necessario a risultare positivi e quindi la carica virale. I risultati sono quelli già riportati: da una media di 6 giorni d’incubazione per le altre varianti, i pazienti contagiati dalla Delta si sono ‘positivizzati’ in 4, presentando allo stesso tempo una carica virale 1.000 volte superiore.
Secondo i ricercatori cinesi, questi davi evidenzierebbero come l’ex variante indiana potrebbe essere più contagiosa durante la fase iniziale dell’infezione. “Le persone non vaccinate – spiega Rasmussen – sono le più vulnerabili, quelle che hanno ricevuto una sola dose hanno bassi livelli di anticorpi neutralizzati e per la variante Delta è facile soverchiarli con la forza dei numeri (ovvero della maggior carica virale ndr). Ma gli individui completamente immunizzati hanno livelli più alti di anticorpi e risposte ‘mature‘ delle cellule di memoria B e T, per la variante Delta è più difficile superare queste difese”.
Partendo dai dati disponibili fino ad oggi però, scrive David Leonhardt sul New York Times, sebbene molto più contagiosa la variante Delta non sembrerebbero essere più grave. Se la Delta fosse più ‘pericolosa‘ dal punto di vista della gravità della patologia che causa nei contagiati infatti: “La percentuale di casi che porta ad ospedalizzazioni o decessi (nel Regno Unito, dove la variante ha iniziato a circolare ampiamente da maggio ndr) dovrebbe crescere, ma non è così”. E’ estremamente raro, scrive Leonhardt: “Che una variante di un virus sia allo stesso tempo più contagiosa e più grave”
Il Dolomiti