di Piero Erle. La Giunta regionale ha detto sì. E per “Veneto Agricoltura”, l´ente strumentale della Regione che si occupa del settore agricolo, inizia la stagione delle grandi dismissioni: Intermizoo, Csqa, la quota in VeronaFiere e in molte cooperative… Tutto in vendita, con l´aiuto di un operatore esperto: la finanziaria “Veneto sviluppo” della Regione stessa. E con la benedizione della giunta Zaia, deliberata nei giorni scorsi.
LE DIRETTIVE E LA “SVEGLIA”. L´operazione “dismissioni” nasce in realtà dalle direttive che la Regione ha iniziato a formulare per i suoi enti strumentali e le sue aziende già tre anni fa, e che sono diventate operative l´autunno scorso con una delibera elaborata dall´assessore al bilancio Roberto Ciambetti. In sostanza, a una ventina di enti tra cui appunto Veneto Agricoltura si davano quattro ordini: dismettere tutte le partecipazioni in realtà in cui non si possiede almeno il 51%; dismettere tutte le realtà in cui ci sia stato almeno un bilancio in rosso negli anni 2011-2012 (gli ultimi, allora, con dati certi); sciogliere o vendere tutte le società o partecipate che di fatto vivono al 90% di fatturato per servizi a pubbliche amministrazioni; valutare la sostenibilità e l´opportunità di quelle realtà che hanno passato indenni i primi tre esami. Un mese fa, ai primi di marzo, la Regione ha dato la “sveglia” ai suoi uffici perché si sbloccasse l´analisi e il parere sui piani dei diversi enti. E proprio in questi giorni è stato dato il parere positivo degli uffici al piano steso per Veneto Agricoltura dal commissario straordinario Giuseppe Nezzo.
VIA QUOTE FIERE E COOPERATIVE. Applicando i criteri imposti dalla Regione, Nezzo ha stabilito che Veneto Agricoltura dismetterà le sue quote possedute in ben sette cooperative attive in ambito agricolo e dell´allevamento: tra queste anche la Azove e il Consorzio maiscoltori. Non solo: l´ente dismetterà anche le sue quote di minoranza nella “Longarone Fiere” e nella rilevantissima Fiera di Verona, di cui detiene circa il 6% di fatto a nome della Regione Veneto.
CORTE BENEDETTINA. Dopo tanti annunci, è l´ora della svolta anche per il bel complesso della Corte Benedettina di Legnaro, nata a suo tempo come foresteria per le attività formative di Veneto Agricoltura: «Non è più in linea con i compiti istituzionali dell´azienda», e in più il bilancio 2012 ha chiuso in rosso. Morale: le quote saranno dismesse, magari perché gli spazi siano affittati. È già in liquidazione anche la Nuova Pramaggiore, e l´ente si disferà anche delle quote della cooperativa “Mostra nazionale vini Pramaggiore”.
CSQA. Il Centro Csqa di certificazioni di qualità di Thiene è un fiore all´occhiello e nel tempo, scrive Nezzo, è stata «un efficace strumento per il trasferimento dell´innovazione dei sistemi di certificazione per il sistema agroalimentare e non». È incaricata da Ministero dell´agricoltura come ente di controllo. Ma ora deve evolversi come sistema imprenditoriale e quindi viene ritenuta attività «matura che può essere ragionevolmente ceduta», magari anche solo in parte per mantenere un ruolo decisivo di Veneto Agricoltura: «Sarà opportuno valutare attentamente le modalità di cessione».
INTERMIZOO. È una società per potenziare-migliorare il patrimonio zootecnico, e a sua volta è giudicata «efficace strumento per il trasferimento dell´innovazione» agli allevatori. Il settore zootecnico è in difficoltà, ma la società è cresciuta sul mercato e anche lei è ritenuta «matura», addirittura frenata dall´attuale proprietà pubblica. Morale: anche qui si va a cessione, ma forse solo in parte. Come per il Csqa, ci si affiderà quindi ai consigli esperti di Veneto Sviluppo.
BIOAGRO NON VA CEDUTA. È la società per l´innovazione e le biotecnologie alimentari: offre consulenze, vende fermenti, segue sperimentazioni. Per Nezzo è «ad oggi un unicum di esperienze e di ricerca e sperimentazione con l´attività dell´istituto di Thiene e del Centro pilota per la produzione di fermenti starter autoctoni ivi operante». Dà così competitività a prodotti di particolari rilievo, a produzioni tipiche. E in sostanza è la società che può vendere le scoperte fatte da Veneto Agricoltura. Morale: si ritiene tale partecipazione in linea con i compiti istituzionali di Veneto Agricoltura». Non s´ha da vendere.
Il Giornale di Vicenza – 13 aprile 2014