Le spese del gruppo regionale non sono arrivate per tempo: un milione da restituire. Ma quei documenti erano stati sequestrati
di Alda Vanzan. Fosse capitato uno o due secoli fa, poteva essere una buona traccia per Andrea Camilleri, lo spunto per raccontare un’altra storia di ordinaria fiscalità burocratica, una comica odissea di incomunicabilità tra uffici statali e periferici. Avete presente la vecchia, impareggiabile “Concessione del telefono”? Solo che questa vicenda è molto più recente. Non è ambientata nel Regno delle Due Sicilie, bensì nel modernissimo Veneto. E non c’è neanche tanto da ridere. La sintesi è che inRegione Veneto un gruppo consiliare rischia di dover restituire più di un milione di euro per l’”incomunicabilità” tra uffici statali.
La storia ha a che fare con il controllo sulle spese dei gruppi consiliari della Regione da parte dellaCorte dei conti. Stiamo parlando di una delle tre sezioni della magistratura contabile, la Sezione Regionale di Controllo per il Veneto (sette componenti, presidente Claudio Iafolla), cui la legge ha attribuito da quest’anno una serie di oneri relativi alle verifiche contabili degli enti territoriali. Si tratta di controlli ordinari, non di inchieste. Tant’è, anche se la legge è di quest’anno, la magistratura contabile decide di fare i controlli sulle spese dei gruppi – peraltro in tutta Italia – anche per il 2012, basandosi sulle norme dell’epoca fino a un certo punto. Ossia: non bastano i rendiconti generici, vanno presentate le pezze di appoggio. Storia nota – si dirà – solo che per la Lega vale un capitolo a parte. Perché la Lega, le pezze di appoggio non le ha più. A metà febbraio, dopo l’esposto del collega di partito (ora espulso) e consigliere Santino Bozza, la guardia di finanza ha sequestrato tutto e tutto ora è in Procura della Repubblica.
Torniamo alla Corte dei conti. La sezione regionale ha 30 giorni di tempo per esaminare le spese dei gruppi. Il 17 aprile riceve le carte. Il 29 aprile sospende i termini lamentando «la carenza assoluta di documentazione» e dando un mese di tempo per presentare scontrini e ricevute. Il termine, dunque, è il 29 maggio. Il 27 maggio, precedute dalla delibera dell’Ufficio di Presidenza del consiglio regionale – in cui sostanzialmente si dice: ubbidiamo ma non siamo d’accordo sui rilievi – gli scontrini vengono trasmessi alla Corte dei conti. Ci sono le pezze di appoggio di tutti i gruppi, tranne la Lega.
I magistrati contabili obiettano: vogliamo le carte. La Lega: ma ce le hanno sequestrate, chiedetele alla Procura della Repubblica. La Corte dei conti: compito vostro, mica nostro. È così che parte la richiesta alla Procura di Venezia: possiamo avere le fotocopie di quello che la Finanza ci ha sequestrato? Trattandosi di interi faldoni, non basta un minuto, quattro impiegate del Carroccio si mettono a far fotocopie a nastro. La Corte dei conti viene informata: le carte sono in arrivo. In Regione sono, poi, relativamente tranquilli: anche in Lombardia era successa la stessa cosa e lì si era chiuso un occhio sul ritardo. Lì. Non qui.
Il 7 giugno, venerdì scorso, alle 11.30, viene consegnata la documentazione del gruppo della Lega: a fronte di un’entrata nel 2012 di 1.060.512 euro di contributi finanziari da parte della Regione, viene spiegato come sono stati spesi i soldi. Ci sono oltre 300mila per consulenze, quasi 120mila per pubblicazioni, 377mila per convegni, 270mila per rimborsi ai consiglieri per attività istituzionali. A mezzogiorno e mezzo di venerdì 7 giugno, un’ora dopo la consegna degli atti, in Regione arriva la delibera approvata il giorno prima dalla Corte dei conti nella quale si dice che il termine per presentare le carte era il 29 maggio. Tempo, quindi, scaduto. Di più: la Corte dei conti riporta il dettato della legge n.213/2013 lì dove dice che chi non presenta il rendiconto o lo presenta a termini scaduti, “decade, per l’anno in corso, dal diritto all’erogazione di risorse da parte del consiglio regionale”. Occhio: la decadenza “comporta l’obbligo di restituire le somme ricevute a carico del bilancio del consiglio regionale e non rendicontate”. Per farla breve: la Lega dovrebbe restituire il milione di euro avuto (e speso) nel 2012 e non avere neanche i contributi 2013 (circa 150mila euro, meno rispetto al passato ma tante spese adesso sono in carico al Consiglio).
In Regione, appena ricevuta la delibera della Corte dei conti che dichiara decorso il termine perentorio, hanno cercato di correre ai ripari chiedendo una revisione della decisione. Non solo per il precedente della Lombardia, ma soprattutto perché è un ritardo riconducibile a una impossibilità oggettiva. Senza contare che dal 7 giugno la Corte dei Conti aveva comunque una settimana di tempo per vagliare scontrini e ricevute, visto che il controllo deve essere fatto entro un mese e la scadenza è oggi. Servirà? La Corte aveva scritto: “Le conseguenze scaturenti dall’inosservanza dello stringente precetto normativo, ad avviso della Sezione, non lasciano margini di dubbio circa la natura perentoria del termine ivi previsto ai fini della regolarizzazione, non residuando spazio per inadempimenti non riconducibili ad impossibilità oggettiva”. Il che non dà propriamente un’impressione di elasticità.
Gazzettino – Giovedì 13 Giugno 2013