Il numero delle Ulss venete potrebbe essere ridotto da 21 a 14. E’ la proposta di Leonardo Padrin e degli altri tre consiglieri del nuovo gruppo di Forza Italia (Remo Sernagiotto, Davide Bendinelli e Mauro Mainardi) che hanno depositato oggi in Consiglio) un progetto di legge, corredato da mappa geografica che suddivide i 581 comuni veneti in 14 nuovi ambiti sanitari. Secondo Forza Italia Belluno dovrebbe mantenere le attuali due Ulss, il Veneziano dovrebbe avere una unica azienda per gli abitanti di Venezia, Mestre, Chioggia e della Riviera del Brenta (al posto delle attuali Ulss 12, 13 e 14), il Veneto Orientale dovrebbe conservare la propria Ulss. Situazione pressochè invariata anche per il Polesine, dove rimarrebbero due Ulss, Rovigo e Adria, quest’ultima però allargata anche a Cavarzere.
La Marca passerebbe da 3 a 2 Ulss, conservando invariati i confini dell’attuale Ulss di Asolo Montebelluna e Castelfranco e unificando i bacini delle due Ulss di Treviso e Conegliano. Accorpamenti in vista anche per le province del Veneto centrale: la proposta di legge riorganizza il Padovano in due Ulss, una per capoluogo, cintura e Alta Padovana (unificando i due bacini della 15 e della 16 e ottenendo così l’Ulss più popolosa del Veneto con 740 mila abitanti) e una per la Bassa Padovana, da Conselve a Montagnana, corrispondente all’attuale Ulss 17. Nel Vicentino le Ulss previste sono due, una di montagna che comprende le attuali Ulss 3 e 4 e l’area di Valdagno dell’ovest Vicentino), e una di pianura, i cui confini assommano l’azienda del capoluogo e parte dell’Ulss 5 dell’Ovest vicentino. Analoga bipartizione viene proposta anche per il Veronese: un’unica Ulss a sud dall’asse autostradale, da Isola della Scala a Peschiera, e una Ulss a nord per Verona e hinterland, Villafranca, Bussolengo e i comuni della sponda orientale del Garda.
“Si tratta di un’operazione di razionalizzazione, rispettosa delle peculiarità territoriali e aziendali e dei numeri previsti nel piano sociosanitario – ha spiegato il primo firmatario, Leonardo Padrin, presidente della commissione Sanità – Consentirà di risparmiare oltre 300 milioni di euro e di garantire migliori servizi ai cittadini, ottimizzando la distribuzione delle specialità e dei presidi nel territorio”.
Secondo i calcoli dei quattro proponenti, le previsioni di risparmio poggiano sulla riduzione degli organi aziendali (10 milioni di euro di minori spese rispetto agli attuali 30), eliminazione di doppioni e organizzazioni gerarchiche (“perché mantenere 6 chirurgie per 500 mila abitanti, quando i parametri ottimali dell’organizzazione sanitarie ne indicano una per 300 mila abitanti?” chiosa Padrin), sulla concentrazione dei servizi tecnico-amministrativi e sulla buona gestione dei flussi di cassa e dei fornitori che, se fatta su ampia scala, dovrebbe consentire di ridurre il ricorso ai prestiti bancari e quindi gli oneri di interesse.
“Ora che sono stati approvati e sono in vigore il nuovo piano sociosanitario e le schede di programmazione ospedaliera – afferma Padrin – la riorganizzazione delle Ulss rappresenta la ‘terza gamba’ della riforma della sanità veneta. Mi auguro che sia condivisa e appoggiata dal presidente della Regione Luca Zaia che, all’inizio del percorso del nuovo piano sociosanitario, aveva già proposto di semplificare i confini delle Ulss”.
Sulla revisione dei confini delle Ulss sono già state presentate in Consiglio altre quattro proposte di legge a firma, rispettivamente, di Giovanni Furlanetto (Lega nord), Sandro Sandri (ex Lega, ora gruppo misto), Franco Bonfante (Pd) e Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra veneta). Durante l’approvazione del piano sociosanitario regionale anche altre forze politiche erano intervenute con appositi emendamenti per ridurre il numero delle Ulss, in particolare Italia dei Valori, Futuro popolare e Diego Bottacin (gruppo misto-Scelta civica).
Fonte: Consiglio Veneto – 12 dicembre 2013