Il governatore Luca Zaia: «Se siamo i “numeri uno” nella cura dobbiamo diventarlo anche nei tempi». E spuntano gli steward
Alzo zero sulle liste d’attesa. Se per i vecchi direttori generali la lotta alle “sanità lenta” è stato uno degli indicatori di efficienza, per i prossimi manager sarà il primo segnale di buon governo. Il governatore Luca Zaia è provocatorio: «A cosa voglio puntare? Ad azzerare le attese. Abbiamo una sanità eccellente a livello internazionale, ma non possiamo essere i numeri uno nella cura e non esserlo nella fase di prevenzione e di attesa – sottolinea il governatore – Spesso non ci si pensa: più si costringe il cittadino ad aspettare per una visita o un esame e più si depotenziano i programmi di prevenzione».
E lancia anche una provocazione: un sistema completamente efficiente potrebbe anche permettersi di non far pagare i codici bianchi (prestazioni non urgenti). Ed è una scelta che al governatore non dispiacerebbe. Ecco quindi il “cronoprogramma” per l’efficienza. Tempi stretti: ultima mission per i vecchi manager, sfida per i nuovi e un invito ai cittadini: segnalare le attese. «Fare più rete con i medici di base, discorso già iniziato ma che intendo potenziare e con i Cup (Centri unici di prenotazione). E poi invito i cittadini a segnalarmi le cose che non vanno. Scrivetemi, non lo dico per mettere alla gogna pubblica i manager che difendo fino in fondo, ma perchè io possa verificare dove il meccanismo s’inceppa».
Da questa “campagna per l’efficienza” non è escluso il Pronto soccorso con l’annoso (e ancora poco risolto) problema dei codici bianchi. «Io ricevo molte segnalazioni sulla sanità e mai perchè si è stati curati male – aggiunge il presidente della Regione – Quello che irrita il cittadino è la mancanza di relazioni con il medico: non sa perchè attende e non viene messo a conoscenza del suo iter. Abbiamo istituito una figura di riferimento nei Pronto Soccorso che faccia da collante, ma voglio vedere dei veri e propri “steward”, che siano specializzandi, o laureandi tramite accordi con le Università, con il compito di tenere relazioni con il paziente, di rassicurarlo e aiutarlo».
Qualche esempio in Veneto già c’è: ad Adria, ad esempio, nel Pronto soccorso ci sono persone appositamente formate, in divisa (camicetta bianca, pantalone o gonna blu e fazzoletto rosso e blu). Anche a Treviso la figura comincia a prendere piede, ma entro breve deve diventare, per tutti i Pronto soccorso veneti, una presenza obbligatoria.
«I medici sono qui per agire, per curare, non per tenere le pubbliche relazioni, serve una persona che stia in mezzo alla gente – aggiunge Zaia – C’è un abuso del Pronto soccorso, questo è innegabile. Ci sono molte persone che scavalcano il medico di base e vanno direttamente in ospedale, intasando la struttura, magari la sera o il fine settimana. Lo fanno per cattiva abitudine, penso ad esempio a tutti gli immigrati che non utilizzano il medico di base come dovrebbero».
Ma il governatore allarga il tiro e lancia una provocazione: «Sono il primo a dire che non si dovrebbero pagare i codici bianchi ed è a quello che io punto, ad avere un sistema così efficiente, anche nel risparmio, che ci si possa permettere di non far pagare chi viene in ospedale per avere una prestazione che non è urgente. E magari lo fa solo perchè si trova in una situazione particolare – aggiunge – Ma questo non va bene per chi invece vuol solo fare il furbo. Ed è per questo che ho chiesto alla mia squadra di intensificare i controlli per ottimizzare le risposte. Se vogliamo migliorare, si deve cominciare dalla base». Compiti per le vacanze per i direttori generali, in attesa delle schede (per la riorganizzazione della rete sanitaria) che serviranno per tarare la macchina.
Gazzettino – 19 agosto 2012