Veneto. Lega, prima resa dei conti dopo sconfitta elettorale
La Lega Nord si ritrova questa sera nel quartier generale di Padova per il primo consiglio «nazionale» dopo la Caporetto elettorale che ha visto crollare il partito in Veneto dal 35% delle Regionali 2010 (ed il 27% delle Politiche 2008) ad un 11% solo in parte lenito dalla vittoria di Maroni in Lombardia.
L’appuntamento si annuncia incandescente, perché sarà il primo vero faccia a faccia tra i colonnelli dopo il feroce scambio di accuse per il pessimo risultato («La campagna elettorale è stata un fallimento, le liste erano tutte sbagliate» attaccano i ribelli; «Abbiamo pagato gli scandali e l’alleanza con Berlusconi – replicano i “barbari sognanti” – e più di qualcuno ha remato contro») e perché nell’occasione saranno pure chiesti alcuni provvedimenti disciplinari proprio nei confronti di chi è sospettato di aver tradito la causa leghista, impegnandosi poco nel migliore dei casi, votando Pdl e perfino Pd in quello peggiore.
Il governatore Luca Zaia, assurto la scorsa settimana al ruolo di leader dei ribelli, non ci sarà, trattenuto altrove da improrogabili impegni. In ogni caso, spiegano i suoi fedelissimi, «non ha altro da aggiungere a quel che ha già detto martedì sui giornali e venerdì a Maroni». Il presidente, insomma, ritiene di aver fatto la sua mossa. Ora tocca al segretario nathional Flavio Tosi. La tregua imposta da via Bellerio certo non reggerà a lungo se, come sembra, tra il consiglio nazionale di oggi ed i direttivi provinciali già in agenda per i prossimi giorni si darà corso ai provvedimenti disciplinari chiesti a gran voce dai «barbari sognanti», convinti che «la pulizia» vada portata a termine qui e ora, calcando il coltello in profondità («Se aspettiamo di riprendere quota poi sarà difficilissimo liberarsi di certi personaggi»). Il primo della lista, manco a dirlo, è Santino Bozza, il consigliere regionale autore di un esposto e di una querela contro Tosi. Per lui, ritenuto indifendibile anche dai pasdaran bossiani dopo che pubblicamente ha rivelato di aver votato e fatto votare Pd, la strada è segnata: espulsione. Il nazionale farà la proposta, poi toccherà al federale l’ultima (e scontata) parola. Ma altri nomi circolano (praticamente tutti quelli usciti allo scoperto all’indomani delle cannonate di Zaia) e, tra questi, alcuni sono di peso notevole, come l’ex segretario provinciale di Treviso Gianantonio Da Re o l’ex presidente della Provincia di Belluno Gianpaolo Bottacin. Sussurri a cui i ribelli si preparano a rispondere chiedendo, a norma di regolamento e delle circolari interne firmate da Tosi, che vengano presi analoghi provvedimenti punitivi anche contro alcuni «barbari» particolarmente attivi su Facebook, come l’ex deputato ed ex presidente del consiglio regionale Enrico Cavaliere.
Si vedrà come andrà a finire. Intanto i ragazzi del Mgp, il movimento giovanile, fanno quadrato attorno al segretario: «Ma quale congresso, ma quale resa dei conti – sbotta il leader veneto, Nicola Finco – Tosi non si tocca ed anzi, deve andare avanti lungo la strada del rinnovamento. Basta con questo accanimento. Grillo ha suonato la sveglia: l’Italia e la politica non sono più quelle di 20 anni fa, il futuro dev’essere inquadrato con lenti diverse, quelle della concretezza. Queste persone che chiedono il congresso dov’erano quando eravamo travolti dagli scandali del Trota e dei diamanti? Chiedevano i congressi? Criticavano Bossi e Gobbo? No, stavano tutti zitti. Solo adesso polemizzano, perché gli è stata tolta la carega».
Corriere del Veneto – 5 marzo 2013