Dio salvi la regina, ma anche i ticket del pronto soccorso. Le casse delle aziende sanitarie veneziane non possono infatti fare a meno delle risorse raccolte con i ticket. A dirlo è uno studio condotto da Ires per lo Spi Cgil Veneto. L’Istituto di ricerca ha messo a confronto i dati 2014 delle Ulss regionali e provinciali per capire quanto “pesano” i ticket per le prestazioni sanitarie (visite mediche e accessi al pronto soccorso) e, soprattutto, se la “tassa sulla salute” è veramente necessaria per far quadrare i conti.
Per la Spi Cgil i ticket sanitari sono un «balzello ingiusto», non essenziale per la tenuta delle casse ospedaliere. Dati alla mano, Ires ha calcolato che per il Veneto, i ticket rappresentano meno del 2% delle entrate (180 milioni su 10 miliardi di entrate), con notevoli disparità territoriali. Un caso su tutti è quello che riguarda l’Ulss 12 Veneziana: è l’azienda sanitaria del Veneto che incassa di più dai ticket del pronto soccorso sul totale dell’intera compartecipazione. In totale, infatti, il ticket da pronto soccorso vale per l’Ulss 12 il 13,5% su un totale di 11,3 milioni di euro derivanti dall’insieme di tutti i ticket (compresi quelli per le visite ambulatoria- li). La prima Ulss del Veneto di questa speciale classifica, seguita da Padova (12,7%) e Bassano (10,6%). Calcoli alla mano, circa un milione di euro. Per contro, nell’Ulss 6 di Vicenza, l’incidenza dei ticket del pronto soccorso vale appena lo 0,1%, il che, in soldoni, vuoi dire appena 7 mila euro all’anno.
Come mai questa differenza? Se lo chiede anche lo Spi Cgil. «Siamo di fronte a un sistema che crea diseguaglianze fra i cittadini che risiedono nei diversi territori», attacca Rita Turati segretaria dello Spi Cgil del Veneto. Tornando al caso veneziano, l’analisi condotta da Ires mette anche in luce come l’intera compartecipazione vale per l’Ulss 12, come detto, poco più di 11 milioni. Senza questa entrata, le casse dell’azienda sanitaria sarebbero in profondo rosso: circa 80 milioni di euro, invece di 68 milioni. La musica non cambia per le altre Ulss della provincia: a Mirano, l’insieme dei ticket vale 10,3 milioni e ha permesso all’Ulss 13 di chiudere i bilanci in attivo (1,3 milioni), mentre per l’Ulss 10 del Veneto Orientale, la compartecipazione vale 6,7 milioni e permette di chiudere in negativo di “appena” 21,5 milioni, mentre a Chioggia, con i 2 milioni dei ticket, il rosso si è fermato a -11 milioni. «Il ticket è un balzello ingiusto – conclude Gino Ferraresso, responsabile contrattazione sociale Spi Cgil regionale – andrebbe cancellato o al massimo rimodulato inserendo come parametro l’Isee».
Marco Dori – Il Gazzettino – 13 giugno 2016