Veneto. Medicina di gruppo integrata. I medici di famiglia: «Ambulatori h24 alla Corte dei Conti. Procedure illegittime»
Mentre il governatore Luca Zaia annuncia che a breve sarà avviata, dopo quattro anni di passione, l’operazione ambulatori h24 (164, almeno tre per ognuno dei 53 Distretti in Veneto), i medici di famiglia preparano le carte per portare tutto alla Corte dei Conti. Stavolta a far esplodere la loro rabbia è la notifica che il segretario della Sanità, Domenico Mantoan, ha inviato il 19 gennaio ai direttori generali delle Usl, per invitarli a mandare a Palazzo Balbi «i progetti di Medicina di gruppo integrata da sottoporre ad autorizzazione regionale sulla base dello schema del contratto di esercizio-tipo allegato alla presente».
Nella stessa missiva si specifica lo stanziamento dedicato: «Sono state assegnate alle Usl le somme di 8.267.404 e 2.625.307 euro quale finanziamento per l’attivazione delle Medicine di gruppo integrate… E’ già stata ripartita tra le Usl un’ulteriore somma pari a 8,5 milioni». Ecco il nodo del contendere. «Ma come si fa ad assegnare soldi per un progetto non supportato dagli atti amministrativi previsti dalla legge? — sbotta Silvio Regis, segretario regionale della Fimmg, la sigla dei medici di famiglia —. Dopo tanta fatica e uno sciopero di protesta da parte nostra, eravamo riusciti a firmare con la Regione il contratto di esercizio». Che, in parole povere, stabilisce tempi, modi, compiti e risorse a sostegno dell’operazione. L’iter prevedeva il passaggio di tale accordo al Comitato regionale permanente per la medicina generale, poi l’approdo in commissione Sanità e infine l’approvazione in giunta. «Tutti step saltati — incalza Regis — il contratto di esercizio non è mai stato ufficialmente recepito e per noi è una dichiarazione di guerra. Ora non solo daremo indicazione ai colleghi di non aderire al piano, che vede affidati a noi gli ambulatori h24, ma porteremo le carte alla Corte dei Conti. Questa fuga in avanti non supportata da atti legittimi è grave da parte della Regione, che così sperpera denaro pubblico. Non saremo complici di una procedura non rispettosa della legge vigente».
Un nuovo stop che interferisce con l’intenzione di Zaia di intraprendere al più presto un’operazione utile a «togliere le code ai Pronto soccorso e contribuire a snellire le liste d’attesa». Non più tardi di fine ottobre, però, lo stesso presidente aveva frenato: «Abbiamo firmato un protocollo con i medici, ma partiremo non appena avremo la certezza finanziaria, visto che dobbiamo tirare fuori 180 milioni (all’anno, per un triennio, ndr)». E’ un minuetto infinito: un passo avanti e tre indietro. «Il vero problema sono i soldi — ammette l’assessore alla Sanità, Luca Coletto — senza Irpef e con i 240 milioni che Roma ci ha tagliato dobbiamo stare attenti a trovare le risorse senza andare in piano di rientro. Non è facile, ma conto di far partire il progetto entro la fine della legislatura, sono quattro anni che ci lavoro e se abbiamo rimandato di una settimana la ratifica del contratto d’esercizio è solo per venire incontro a due richieste dei medici. Cioè oneri aggiuntivi e personale. Stiamo operando delle simulazioni — chiude Coletto — per vedere di partire gradualmente e trovare i soldi un po’ per volta. I dg stanno compiendo verifiche sul territorio per stabilire tempi e priorità. Insomma, siamo pronti. Saremo i primi in Italia ad attivare gli ambulatori h24» .
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 22 gennaio 2015