Veneto Nanotech, il ministero vuole indietro i finanziamenti. Nuova tegola legata alla liquidazione. E torna l’incubo sfratto
Veneto Nanotech, sulla via della liquidazione anche la tegola dei fondi da restituire. La società di ricerca lo dovrà fare, probabilmente a breve, con un finanziamento al ministero dell’Università. La cifra potrebbe superare il mezzo milione di euro, essenziale per rendere credibile il concordato al liquidatore del Tribunale di Padova, che potrebbe slittare a dicembre.
Nel frattempo incombe l’ultimatum del 15 ottobre per lo sfratto esecutivo di Nanofab, il laboratorio di Veneto Nanotech di Marghera, dal Parco scientifico tecnologico Vega; mentre l’offerta di Ecamricert, la società degli imprenditori Franco Masello e Andrea Camporese, dopo la riforma del diritto fallimentare, competerà in una gara pubblica per rilevare alcuni macchinari dei laboratori di Padova e Rovigo.
Il quadro d’autunno per Veneto Nanotech si fa sempre più fosco. La scorsa settimana è stata rinviata a dicembre l’udienza al tribunale di Padova per l’istanza di fallimento; verosimilmente dopo l’omologa del concordato. Mezza boccata d’ossigeno, subito vanificata dalla notizia che il Miur ha revocato, sempre la scorsa settimana, il saldo di un progetto legato all’aerospaziale, perché Veneto Nanotech è in liquidazione. Come per i progetti nazionali o europei, non solo mancherà il saldo finale, ma Veneto Nanotech dovrà restituire anche l’intero valore del progetto sin qui pagato. Secondo stime, una cifra tra i 500 e i 600 mila euro. Nanofab proverà a convincere il ministero che il progetto era già chiuso prima della messa in liquidazione, ma Roma intanto procede.
A Marghera l’atmosfera è di smobilitazione: l’unico modo per evitare lo sfratto esecutivo per morosità sospeso a luglio è che qualche investitore assicuri il cda di Vega che gli affitti verranno pagati. Eppure attorno a Nanofab, che pareva il laboratorio avanti di una lunghezza sulla strada della salvezza, perché più vicino alla ricerca industriale, per ora non si concretizza alcuna offerta. Il gruppo tessile Marzotto sarebbe interessato al brevetto di trattamento delle fibre di tessuti che fa risparmiare acqua nella colorazione. Poi basta. Nella torre direzionale si preparano gli scatoloni e qualche dipendente ha trasferito a casa computer e documenti perché c’è comunque da preparare l’evento Nanotech Italy 2015 di Bologna, a fine novembre. L’attività principale a Marghera, ormai, si è trasferita dai laboratori alle rendicontazioni dei progetti conclusi. Gli advisor del liquidatore Gabriele Vencato punterebbero a posticipare il concordato in tribunale a dicembre per consolidare i crediti.
C’è poi l’interesse dell’imprenditore vicentino Franco Masello, ad di Margraf e fondatore della Città della Speranza, con la sua società di ricerche e certificazioni chimiche Ecamricert Srl. «Confermo – dice Masello – la proposta di affitto di ramo d’azienda o acquisto per gli asset di Padova (dove «dorme» da un paio di anni la macchina per le serigrafie nanometriche da due milioni, ndr) e alcune cose di Rovigo (dove si fa ricerca legata al biotech, ndr). Ci siamo impegnati a concludere alcuni progetti europei e ad assumere alcune persone, perché ci sono professionalità interessanti. Certo, quando ho capito cosa era stato combinato lì dentro mi son chiesto come si sia arrivati a un disastro simile. Dopo il mio interesse si son fatti avanti altri imprenditori: ben vengano, se però portano idee, non solo denaro. Ma non voglio istituzioni pubbliche a fianco».
Critico, infine, Emilio Viafora: «La Regione – dice il segretario regionale Filcams Cgil sulla sorte dei 30 dipendenti – interviene in tante vertenze di sue partecipate, ma ha completamente abbandonato Veneto Nanotech: un atteggiamento irresponsabile. I dipendenti non ricevono lo stipendio da agosto. C’è bisogno di una sede politica in cui sbrogliare questa situazione».
Enrico Bellinelli – Il Corriere del Veneto – 4 ottobre 2015