“Il monitoraggio proposto dal Governo contro l’emergenza Pfas in Veneto è solo parziale; in quanto innanzitutto non considera i prodotti agricoli derivanti da campi e allevamenti in cui viene usata l’acqua contaminata da Pfas che finisce così nella catena alimentare e poi perché fa riferimento alle norme del decreto legislativo n. 172 del 2015 che prevede il monitoraggio solo di una categoria di pfas (i cosiddetti pfos)”.
È questo, in sintesi, il contenuto della risposta del ministero delle Politiche Agricole al question time promosso dai deputati del M5S in Commissione Agricoltura su quali azioni il Governo intenda mettere in atto per evitare ricadute negative dell’inquinamento da pfas su agricoltori e allevatori.
“Il Governo praticamente ha evitato di rispondere al nostro quesito dimostrando di non avere il polso di un’emergenza sanitaria e ambientale gravissima, che finora ha contaminato oltre 60mila persone e ne coinvolge oltre 250mila – spiega Silvia Benedetti, deputata 5stelle promotrice del question time – Abbiamo chiesto come intenda evitare ricadute negative su agricoltori e allevatori che rischiano di subire danni economici e d’immagine rischiando di dover scegliere tra o attingere a pozzi con acqua contaminata o a rinunciare a irrigare le proprie coltivazioni e ad abbeverare i propri animali”.
“Chiediamo che il Governo faccia chiarezza e disponga subito un piano d’emergenza in grado di tutelare tutti gli attori in causa, cittadini, consumatori e produttori, calendarizzando la proposta di legge del M5S depositata alla Camera”, hanno concluso i parlamentari 5stelle.
15 maggio 2016