di Filippo Tosatto. Sette giorni fa la Conferenza dei governatori ha nominato tre Regioni “benchmark” – Veneto, Emilia-Romagna, Marche – indicate quali modelli di spesa in materia sanitaria, sui quali modulare i costi standard per arginare sprechi e inefficienze. Ebbene, la svolta annunciata non ha retto al battesimo del fuoco: ieri, la riunione romana destinata a ripartire il fondo nazionale della sanità è stata annullata. Il motivo? Cifre alla mano, le amministrazioni con i conti in ordine hanno diritto a un arrotondamento del budget e nel caso del Veneto ciò si somma a un incremento della popolazione con un aumento complessivo delle risorse stimato intorno agli 80 milioni. Ma la torta disponibile – 109 miliardi – resta invariata perciò il premio ai virtuosi (pochi) si tradurrebbe nel castigo agli spreconi (molti) e la levata di scudi è stata immediata, con la Campania lesta a insorgere, imitata dalle sorelle sudiste.
Morale della favola? Il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, fiutando la tempesta in arrivo, ha congelato la distribuzione dei pani e dei pesci: «Ho sollecitato formalmente il ministro ad inviarci la sua proposta di riparto ma senza ottenere risposta. In queste condizioni mi è impossibile convocare i rappresentanti regionali e avviare il confronto», fa sapere l’assessore del Veneto Luca Coletto, che coordina il tavolo nazionale della sanità «è evidente che i costi standard appena approvati sono già sotto attacco. Un segnale allarmante, che mi preoccupa moltissimo». Ma che sta succedendo davvero e quali sono le prospettive, al di là dello scontato tiro alla fune sui quattrini? «Il rischio più grave è che la svolta virtuosa resti sulla carta e con essa le speranze di raddrizzare un sistema che rischia seriamente il collasso», afferma l’amministratore leghista. Il sospetto è che Lorenzin progetti un rinvio dei costi standard: «Non possiamo accettare di mercanteggiare secondo vecchie logiche. C’è chi reclama più quattrini, ma in base a quali criteri? E con quali garanzie? Ricordo che in Calabria i bilanci delle Ulss sono stati distrutti… Io mi batto da due anni per voltare pagina, esigo che i costi standard diventino realtà, il Veneto non farà passi indietro».
Il Mattino di Padova – 13 dicembre 2013