La scure dalla spending review si abbatte anche sui privati convenzionati, ai quali la Regione taglia di un 10% il budget, per il 2013 ridotto a 140.448.000 euro, elimina l’incremento finanziario (11/12 milioni di adeguamento tariffario dal 1996) e cancella la voce «prestazioni in più».
Finora visite ed esami erogati sforando il budget erano oggetto di regressione tariffaria fino a un -75%, a partire dalla fine di febbraio non saranno più pagati. Perciò i privati accreditati non li assicureranno, col rischio di veder allungare le liste d’attesa. «Queste tre voci messe insieme fanno lievitare al 32% la decurtazione delle risorse a nostra disposizione — conferma Lia Ravagnin, presidente dell’Anisap, sigla che riunisce 170 dei 234 centri accreditati del Veneto —. Per di più questa percentuale varia da Usl a Usl e da struttura a struttura, secondo una forbice compresa tra il 10% e il 70%, che tradotta in servizio al cittadino significa 5 milioni di prestazioni perse e 2 milioni di accessi in meno negli ambulatori accreditati. Ne risentiranno per esempio le visite specialistiche, gli esami di laboratorio come sangue e urine, la diagnostica per immagini, la fisiokinesiterapia, la riabilitazione, la fisioterapia, le radiografie, le mammografie, le ecografie, le risonanze magnetiche». «Risultato: anche nel privato convenzionato ci saranno attese di un anno e mezzo — avverte Marco Dal Brun, di Confindustria — già adesso noi possiamo prenotare nuove prestazioni per fine aprile, quando l’anno scorso a quest’ora si fissavano per metà marzo. Tra maggio e giugno avremo finito il budget, quindi potremo proseguire ad erogare visite ed esami richiesti nei mesi scorsi ma nuovi utenti slitteranno al gennaio 2014».
In bilico anche il personale e le stesse strutture. «La delibera regionale dello scorso 18 dicembre che taglia il budget di fatto fa saltare una prestazione su tre e quindi mette a repentaglio la sopravvivenza di molti centri e il posto di lavoro del 30% del personale (3300 persone nei 170 ambulatori associati all’Anisap, ndr) — osserva Donatella Pregel, presidente regionale di Federlab —. Se non si trova un accordo con Palazzo Balbi, nel corso dell’incontro annunciato per la prossima settimana, noi e Anisap saremo costretti ad impugnare il provvedimento». Intanto è stata lanciata una raccolta firme tra i pazienti (20 mila accessi al giorno), arrivata a 12 mila sottoscrizioni. Ieri però sono iniziati i colloqui individuali con il personale…
Corriere del Veneto – 1 febbraio 2013