di Piero Ignazi. Le maestranze in fila, ad applaudire la parata del capo e il suo padrino politico. Le battute pesanti su una dipendente. Le bugie alla stampa. E’ l’Italia vecchia e orrenda che piace tanto a B.
La visita di Silvio Berlusconi nello stabilimento della fabbrica Green Power riporta alla memoria il clima di cinquant’anni fa, almeno.
La passeggiata del leader politico e del “padrone”, con le “maestranze”, come si diceva un tempo, schierate in fila per tre con la tuta bella pulita, ad applaudire (quasi tutti), ha un sapore autenticamente vallettiano; rimanda immagini di una Italia povera, appena uscita dal sottosviluppo, che rendeva “grazie” ai potenti che garantivano loro un tozzo di pane.
Significativo l’atteggiamento rassegnato ma intimamente rabbioso di quegli operai intervistati dalla cronista di Piazza Pulita che ammettevano di essere stati “consigliati” a presentarsi alla parata.
Evidentemente da quelle parti si respira un clima pre-autunno caldo, sia per le pressioni padronali sia per il sentimento di frustrazione e umiliazione pronto ad esplodere in qualche modo ( ma per fortuna che c’è Grillo…).
Poi, a completare il quadretto, l’incredibile siparietto del Cavaliere con l’impiegata modello – così descritta nel comunicato aziendale – un monumento alla volgarità dell’uomo e alla condiscendenza servile dei presenti, pronti a sghignazzare come nelle più alcoliche serate da bar sport o da reclute in libere uscita.
Infine, ciliegina sulla torta di questo indegno spettacolo, la disinformatzia sovietica sul “gradimento” della signora molestata da Berlusconi.
E di fronte alla smentita di lei, ecco il padrone inarcarsi minaccioso ventilando provvedimenti perché la signora non ha gradito.
Neanche fosse la Gradisca dell’Amarcord felliniano!
L’Espresso – 14 febbraio 2013