Le hanno provate tutte, ma i gabbiani hanno sempre vinto. In qualche occasione sembrava che potessero ripiegare, ma sono sempre tornati, e a sentire chi è stato aggredito, anche più cattivi di prima. In cimitero (a Venezia) ma anche in piazza San Marco e al Lido, dove nelle ultime settimane non hanno risparmiato i vacanzieri che stavano pranzando, addentando la pizza piuttosto che il panino, incuranti della presenza umana.
Una lotta impari anche perché tutte le soluzioni adottate finora — sperimentate all’isola di San Michele — non hanno dato i risultati sperati. Sono stati usati i fucili al laser, i gabbiani si sono spaventati ma dopo tre mesi erano di nuovo allo stesso posto. Hanno usato i falchi ma nemmeno quello è servito. Poi è stata la volta del dissuasore acustico con versi dei rapaci (lo scorso anno si era parlato di impiegare i suoni anche in piazza San Marco), ma poi è naufragato tutto di fronte ai problemi di fattibilità.
Da ultimo Veritas ha agito prendendo il problema per le corna distruggendo le uova: ne sono state rotte oltre settecento, mandando all’aria 125 nidi riducendo la popolazione di due terzi. Tutto bene, per qualche settimana, poi chiedetelo a chi frequenta il cimitero veneziano se i gabbiani hanno cambiato aria. Di più: adesso ci sono i piccoli che volano, e cadono, provocando l’intervento degli adulti contro gli uomini.
Un anno non è servito a trovare una soluzione tanto che Veritas ha alzato bandiera bianca, attendendo istruzioni da Ca’ Farsetti. Fino a qualche mese fa infatti i tecnici sembravano intenzionati a puntare sui falchi, anche se in Italia ci sono problemi normativi: il gabbiano reale è una specie protetta e poi vanno atti i conti con ambientalisti e opinione pubblica. Senza considerare che il rapace per essere efficace deve volare e cacciare, altrimenti il gabbiano capisce che è innocuo. Servirebbero cinque-sei animali per tre almeno per anni per dare dei risultati. Il risultato è che trovare una soluzione per Comune e Usl 12 è tutt’altro che semplice, tanto che al momento non c’è in campo nessun progetto sperimentale. Secondo i tecnici della Provincia i problemi sono di due ordini: prima viene la questione del cibo, immondizie per strada e scarti del mercato, e qui è coinvolta la modalità di raccolta dei rifiuti. Poi la presenza dii grossi nidi, un’ottantina secondo il censimento del 2006, l’ultimo disponibile. E da allora sono cresciuti, troppi per essere distrutti tutti. Per la prima questione Veritas a settembre avvierà la sperimentazione di una nuova raccolta dei rifiuti tra la Salute e l’Accademia. Prima partirà la campagna informativa, poi entrerà in vigore il divieto di lasciare i sacchetti delle immondizie in calle. Gli abitanti avranno due opzioni: percorrere qualche metro fino alla riva dove sarà ormeggiata la barca dove consegnare le immondizie o attendere l’arrivo dell’operatore ecologico.
E dove non arriveranno gli operatori ecologici potrebbero arrivare i cittadini. Ieri pomeriggio infatti il sindaco Luigi Brugnaro ha accolto l’appello del premier Renzi sul mantenere le città pulite. «Ha ragione, io per primo, assieme al governo, dovrei darmi da fare per l’ordine, la pulizia e il decoro delle città. Assieme», ha affermato il sindaco.
Il Corriere del Veneto – 4 agosto 2015