Non verrà probabilmente sostituito il pediatra veneziano Carlo Neidhardt, che alcune settimane fa è andato in pensione. Lo spiega, intervenendo sulla questione, l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto sostiene che «nessun bambino a Venezia è senza assistenza pediatrica e nessuno lo sarà in futuro: il pensionamento di un pediatra non comporta la cessazione del servizio, ma solo l’assegnazione dei suoi pazienti ad un altro professionista operante nell’area».
Lo conferma il segretario dell’associazione dei pediatri Franco Balliana: «A Venezia non ci sono i numeri per un sesto pediatra», sostiene, «e i genitori dovranno scegliere quelli che ci sono, tra l’altro abbiamo dichiarato di essere disponibili a superare il tetto di mille pazienti e ora tocca al direttore generale dell’Asl 12 deciderlo e varare il provvedimento in modo da permetterlo, non è questione che competa alla Regione».Intanto, la mobilitazione delle mamme che stanno raccogliendo le firme perché l’amministrazione regionale sostituisca il pediatra andato in pensione anche per mantenere alta la qualità del servizio ha ottenuto un primo risultato: il presidente della Commissione Sanità del Consiglio comunale, Giacomo Guzzo dell’Idv, ha convocato il segretario regionale della Sanità Domenico Mantoan per il prossimo 2 ottobre perché relazioni sulla situazione dei pediatri a Venezia. «La Regione deve muoversi per sostituire quello andato in pensione» ribadisce Guzzo. ma non la pensa nello stesso modo l’assessore Coletto: «Posso capire il dispiacere di perdere un professionista stimato come il medico in questione, fatico invece a capire come si possa sostenere che, per questo, 1000 bambini sono senza pediatra, perché è semplicemente falso: ognuno di loro ha un pediatra a disposizione da scegliere tra quelli in servizio, che i dati in nostro possesso dicono essere perfettamente in grado di fornire tutta l’assistenza necessaria». In merito alla richiesta di sostituzione del professionista, Coletto sottolinea che «i nostri tecnici stanno valutando la questione, che però va affrontata nel rispetto delle norme organizzative e contrattuali vigenti, che impongono di tutelare due interessi convergenti: garantire l’assistenza e permettere al pediatra di avere un numero di assistiti in grado di consentirgli un adeguato rapporto professionale. In questo momento», conclude, «i pediatri in attività sono assolutamente in grado di assicurare l’assistenza. Stiamo comunque valutando il tutto in collaborazione con il sindacato e gli organismi professionali».
La Nuova Venezia – 21 settembre 2012