«Un Daspo per tutti i turisti che si comportano male a Venezia». Il governatore del Veneto Luca Zaia è stanco di vedere visitatori che scambiano gli angoli della città lagunare per latrine o bivacchi notturni, o ragazzi che si tuffano tra le gondole. Ed è convinto che gli indisciplinati vadano puniti, propio come succede già nello sport per i tifosi violenti: «Venezia è un museo, un patrimonio dell’umanità. Bisogna andare giù con mano pesante, punendo chi si rende protagonista di certi atti».
Zaia concorda con il sindaco Luigi Brugnaro, che nei giorni scorsi ha invocato il carcere «per chi offende la città». «Anche io — aggiunge il governatore — sono convinto di questo: che differenza c’è tra fare la pipì su un muro o all’interno di un museo? In entrambi i casi ci si merita la gogna pubblica. Penso che sia un fatto di buona educazione e quindi eviterei di risolvere il problema riempiendo Venezia di vespasiani o wc chimici, che ne segnerebbero la fine. Piuttosto, ripeto, meglio un Daspo, perché basta punire uno per educarne cento». E per regolare i flussi di visitatori rilancia la proposta delle prenotazioni online per i visitatori giornalieri, «da coordinare con le presenze prenotate per più giorni nelle strutture ricettive».
L’idea di vietare l’accesso ai turisti che non rispettano il decoro di Venezia, spiega però l’avvocato Gabriele Cappello, rischia di scontrarsi con le leggi in vigore: «Senza una norma specifica non si può disporre un Daspo per chi imbratta. Ci sarebbero altre misure di prevenzione meno conosciute di questa, come l’obbligo di dimora o il divieto di soggiorno, che sono state introdotte nel nostro ordinamento per contrastare la criminalità organizzata. Bisognerebbe, tuttavia, capire se siano estendibili anche ai turisti indisciplinati». Zaia, comunque, non arretra: «Piuttosto che discutere sull’applicabilità di un simile provvedimento, il Parlamento faccia presto a trasferire poteri speciali ai sindaci. È quello che chiede anche Brugnano. Il concetto, d’altronde, è semplice: chi sporca Venezia, in questa città non ci mette più piede per un po’ di anni».
Intanto anche la Procura sembra intenzionata a muoversi sui disordini registrati nelle ultime settimane. Non è stato ancora aperto un fascicolo, ma il procuratore aggiunto Adelchi d’Ippolito sta analizzando il regolamento di polizia urbana del Comune.
Antonio Ricchio – Il Corriere della Sera – 24 agosto 2016