Razzia di pavoni al parco della Bissuola: i pennuti probabilmente passeranno dall’oasi al forno di una cucina. Nella notte tra venerdì e ieri un gruppo di persone è entrata, abbassando la rete, nel recinto dei pavoni del polmone verde della città, un recinto che si trova vicino al laghetto principale.
I vandali hanno portato via due pavoni adulti e un pulcino di pavone, mentre un quarto animale è stato trovato morto nel laghetto. A lanciare l’allarme, ieri mattina, sono stati alcuni residenti che abitano nei pressi del parco, e si sono accorti che i pavoni non c’erano più, mentre c’erano penne dappertutto e la rete di protezione era stata rotta. Sul posto sono interventi quelli dell’Ente Parco e di Veritas che hanno provveduto a pulire l’area, a sistemarla, e a raccogliere la carcassa del pavone ucciso.
La piccola oasi presa di mira dai vandali è una delle attrazioni principali per i bambini che frequentano il parco e che perdono le ore a osservare la vita dei pavoni, e le loro evoluzioni con la ruota. È molto probabile, come già accaduto in passato, che i pavoni siano stati rubati per finire nel piatto di qualcuno – del resto ricette a base di pavone sono anche nell’Artusi, il più noto libro italiano di cucina. «Sono furti che di solito vengono fatti da bande dell’est, che prendono i pavoni con l’obiettivo di mangiarli» dice l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin, «anche se probabilmente, con la crisi che c’è in giro, potrebbero fare gola anche a molti italiani». In ogni caso nell’area verde del parco, assicura Bettin, arriveranno presto dei nuovi pavoni, per la gioia dei bambini. A quanto pare altri animali del parco, come le anatre e i cigni che vivono nel laghetto, non sarebbero stati presi di mira. In passato alcuni pavoni erano spariti anche dal parco di San Giuliano, un’ara in cui però vivono liberi e non in cortili dedicati. I furti di pennuti sono piuttosto frequenti nel veneziano, soprattutto nelle zone di campagna.
Uno dei casi più singolari risale allo scorso marzo quando tra Caltana e Santa Maria di Sala i malviventi entrarono in casa di un agricoltore rubandogli circa 40 oche tenute nel cortile della casa. Secondo i proprietari i ladri erano entrati dall’argine del canale Lusore e una volta nella proprietà avevano tagliato il lucchetto della porta d’ingresso al cortile e parte della recinzione. Riuscendo poi a scappare con un furgoncino pieno di oche.
La Nuova Venezia – 28 ottobre 2013