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Venezia. Un’iguana al Ghetto morde due cani. Residenti infuriati. Il rettile appartiene a una persona che abita nella zona

di Davide Vatrella Un’iguana striscia per i masegni del campo del Ghetto e terrorizza i cani della zona. Addirittura due sono stati morsi dal rettile e cominciano a montare le proteste dei residenti, imbufaliti per il fatto che le forze dell’ordine non facciano nulla per proibire che l’iguana, lunga cento centimetri e alta venti, di proprietà di un uomo che abita in zona, continui a strisciare liberamente per il campo del Ghetto. «È inconcepibile», affermano i residenti del campo e delle calli limitrofe, «che i finanzieri, i quali presidiano da anni il campo, non abbiano mai sanzionato il proprietario dell’iguana.

Un militare delle fiamme gialle ci ha risposto che non rientra nelle loro competenze e che le multe dovrebbero comminarle i vigili urbani, ma ci sembra francamente assurdo questo rimpallo di competenze. Potrebbero almemo riferire il fatto alla polizia locale, ma, a quanto ci risulta, i vigili di Cannaregio non ne sanno assolutamente nulla». È anche vero che potrebbero essere gli stessi residenti a informare i vigili urbani, ma, all’obiezione, uno dei due proprietari ha detto testualmente: «Quando chiamo il numero della polizia locale di Cannaregio, non risponde mai nessuno». Detto fatto, siamo stati noi a chiamare ieri pomeriggio, attorno alle 17, i vigili urbani di Cannaregio e siamo stati più fortunati del proprietario del cane, morso dall’iguana: «Non eravamo a conoscenza», ha risposto un’agente di polizia locale, «che ci fosse un’iguana in campo del Ghetto, ma posso confermare che la legge vieta che un animale esotico strisci tranquillamente per le zone del centro storico. Comunque nessun residente ci ha mai informato che due cani sono stati azzannati dal rettile». L’iguana di campo del Ghetto proviene dall’Honduras. Le iguane sono molto simili alle lucertole, ma più grosse e più lente. Allo stato adulto possiedono una caratteristica cresta sul dorso, molto più evidente nei maschi che nelle femmine. La testa delle femmine è arrotondata, quella dei maschi triangolare. In natura possono raggiungere anche i due metri e mezzo, mentre in cattività, a causa della diversa alimentazione e diversità dell’ambiente, crescono fino a un metro e 50, un metro e 80. Esemplari di tali dimensioni sono ormai rari a causa della distruzione dell’ambiente, che in molte zone provoca sovrappopolazione e conseguente riduzione delle dimensioni, l’industria degli animali da compagnia e il fatto che molti centro americani e sudamericani la considerano una leccornia. Non è cacciata per necessità, infatti, ma come specialità gastronomica.

La Nuova Venezia – 24 maggio 2014 

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