I controlli dei carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni di Padova erano state fatte cinque giorni fa al supermercato Migross, in via Bionda a Verona. Lì i militari si erano fatti consegnare delle vaschette di «Lasagne all’emiliana», confezionate fresche e pronte per la vendita.
Poi le hanno «campionate», cioè divise in pezzi, e spedite all’istituto zooprofilattico di Brescia. Il verdetto è stato chiaro: in un campione è stata riscontrata la presenza di Dna equino, ovvero carne di cavallo, che non era stata riportata sull’etichetta. Da quel campione il Nas è risalito alla ditta distributrice, la Eurochef Italia di Sommacampagna e al suo fornitore, la Sav di Sona. Entrambe le ditte sono state ispezionate ieri mattina. Non è stato eseguito alcun sequestro, perché la maggior parte della produzione era stata esaurita, ovvero già mandata in vendita. È stato possibile invece accertare che per confezionare le vaschette di lasagne la Eurochef Italia aveva utilizzato carne in blocchi congelati da 20 chilogrammi l’uno, provenienti dalla Sav. Impossibile al momento sapere quanto sia il venduto e quindi fare anche una stima approssimativa della carne immessa nel mercato in modo irregolare: trattandosi di prodotto fresco (in particolare quello campionato riportava una scadenza al 30 marzo prossimo), molte vaschette potrebbero essere state già servite nelle tavole venete.
La Eurochef intanto ha già fatto sapere di aver richiamato dal mercato i prodotti irregolari. Le contestazioni possibili alla ditta fornitrice o alla distributrice, a seconda del grado di responsabilità, vanno dalla sanzione amministrativa, in quando l’etichetta degli ingredienti non riportava la presenza di carne equina ma solo bovina, alla frode in commercio, laddove venisse riscontrato un illecito profitto per l’acquisto a prezzo ribassato di carne di cavallo. In questa fase però i militari puntano solo a ricostruire il «percorso» della produzione e la sua distribuzione. Non ci sarebbero in realtà allarmi per la salute dei consumatori: non sono riportati in materia casi di allergie o intolleranze specifiche per la carne equina. Il carabinieri di Padova hanno nel frattempo diramato a tutti i paesi dell’Unione Europea quello che in gergo si chiama «Daf», ovvero un allarme relativo alla presenza di prodotto non dichiarato in etichetta. Sulla base della stessa segnalazione, giunte da riscontri fatti dalla Repubblica Ceca, è stato il Nas di Milano a chiedere controlli nelle polpette vendute nei negozi Ikea: il grande magazzino di Padova ha ritirato spontaneamente i prodotti sospetti per maggiore sicurezza e trasparenza nei confronti dei clienti.
Per quanto riguarda i riscontri nelle aziende veronesi la Eurochef si difende: «Siamo totalmente tranquilli ed estranei. Anzi siamo parte lesa in quanto la carne è stata acquistata da un fornitore che ci ha garantito il prodotto, il lotto è di 800 vaschette e stiamo già procedendo al loro ritiro, nella documentazione che abbiamo richiesto la Sav dichiara di averci venduto carne bovina – dice Stefano Stanghellini, responsabile ufficio acquisti e produzione della ditta di Sommacampagna – ovviamente non saranno più nostri fornitori e se ci saranno i presupposti ci rivarremo legalmente».
Il fornitore, ovvero la Sav, contattata telefonicamente risponde: «Aspettiamo di vedere l’esito delle indagini, diciamo solo che io ho l’abilitazione alla lavorazione di carni bovine e suine, e in 22 anni di attività qui da me non è mai entrato nemmeno un grammo di cavallo». Eppure la presenza del Dna equino è stata riscontrata.
Spetta ora ai militari ricostruire la filiera e stabilire a che punto della “catena” di realizzazione delle lasagne siano stati commessi illeciti o frodi, e attribuire quindi le relative responsabilità.
Corriere del Veneto – 26 febbraio 2013