Verona. Festa del sacrificio. Vietato macellare agnelli in casa. Troppi i casi «fai da te»: altolà dell’Ulss 21. Circolare a 25 sindaci per contrastare il fenomeno
Fabio Tomelleri. Troppi casi di macellazione «fai da tè» di agnelli e capre, in occasione della «Festa del sacrificio» islamica, si sono registrati negli ultimi anni a Legnago e negli altri Comuni assistiti dall’Ulss 21. Per questo, l’Azienda sanitaria di via Gianella ha deciso di correre ai ripari, sollecitando i sindaci del territorio a promuovere una campagna informativa in vista della speciale ricorrenza, che centinaia di musulmani residenti nella Bassa festeggeranno a partire da giovedì 24 settembre.
Proprio in questi giorni, infatti, il Servizio veterinario di igiene degli alimenti di origine animale dell’Ulss legnaghese ha inviato ai 25 primi cittadini dell’area di pertinenza una circolare con cui si invitano i municipi a far rispettare il divieto di macellazione di ovini e caprini, secondo il rito islamico, al di fuori dei macelli autorizzati. «Nella nota», evidenzia Massimo Piccoli, direttore generale dell’Ulss 21, «abbiamo ricordato ai sindaci che è proibita l’uccisione degli animali e la lavorazione della loro carne al di fuori degli impianti attrezzati per la macellazione rituale. Tutto ciò per evitare eventuali attività clandestine in luoghi privati».
Negli ultimi anni, infatti, si sono moltiplicate le segnalazioni di cittadini alle autorità e agli enti locali riguardanti uccisioni e trattamento delle carcasse di origine ovina o caprina in luoghi non idonei. «Con l’incremento della popolazione residente di fede islamica, e con la conseguente esigenza di celebrare la Festa del sacrificio», osserva Piccoli, «si sono ripetuti episodi di macellazioni clandestine nelle abitazioni private, perfino in contesti di tipo condominiale». Poi aggiunge: «Gli animali vengono generalmente acquistati direttamente al mercato o in qualche piccolo allevamento familiare. Il tutto senza particolari formalità, mentre le carni vengono trattate in luoghi di comodo, con le complicazioni igenico-sanitarie che ne derivano».
Lo stesso Servizio veterinario, negli ultimi due anni, ha ricevuto da alcuni centri della Bassa chiamate di cittadini allarmati dalla presenza di resti di animali macellati vicino alle loro abitazioni. Con la circolare spedita ai sindaci, l’Ulss 21 spera così di diffondere tra la popolazione di origine straniera, con l’aiuto dei municipi, la pratica di rivolgersi, per la festa che richiama il sacrificio effettuato con un montone dal profeta Abramo, alle strutture preventivamente autorizzate sul territorio, di cui il veterinario ufficiale del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss abbia attestato l’idoneità. «Senza nulla togliere alla legittimità dei diversi riti religiosi», puntualizza Piccoli, «è doveroso, da parte nostra, far rispettare le normative comunitarie e nazionali che regolano la macellazione, il benessere animale ed il rispetto dei requisiti igienico-sanitari delle carni trattate secondo il rituale».
«Capita infatti», prosegue il dg, «di trovare nelle aree più isolate parti o resti di animali macellati clandestinamente e che non sono state smaltite adeguatamente». Per questo, Piccoli rimarca l’importanza del lavoro del Servizio veterinario. «I responsabili del settore», continua il dg, «hanno profuso impegno, mostrando sensibilità, nell’affrontare una tematica tanto importante quanto delicata come questa, essendo legata alla sfera religiosa». Anche i rappresentanti delle associazioni che raggruppano fedeli islamici sono impegnate nel contrastare la macellazione clandestina. «Abbiamo già informato i nostri associati», evidenzia Badr Stitou, segretario dell’associazione Al Wifaq di Legnago, «indirizzandoli verso gli impianti autorizzati dall’Azienda sanitaria, poiché vogliamo diffondere il rispetto delle regole».
L’Arena – 20 settembre 2015