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Verona. I tagli all’azienda ospedaliera e la smentita dell’assessore: «Ma i numeri parlano chiaro, Coletto non ci prenda in giro»

Samuele Nottegar. La risposta dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto sulla decurtazione del budget dell’Azienda ospedaliera veronese sembra non essere stata troppo efficace. L’assessore, infatti, ieri ha chiarito che i tagli, da quasi un milione di euro, attuati nei confronti del personale dell’Azienda sono «impossibili e incoerenti con altre decisioni prese dal direttore generale della sanità Domenico Mantoan. Ergo, non credo che esistano. E se esistono vanno spiegati e, ovviamente, rivisti». Una spiegazione che non ha persuaso né sindacati né consiglieri regionali né il personale ospedaliero che aveva sollevato la questione. Sul fatto che il taglio sia assolutamente esistente e reale, è il consigliere del Centro Destra Veneto Andrea Bassi a confutare Coletto. «Le dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Coletto sono incredibili e al limite della presa in giro. Io e gli altri colleghi consiglieri abbiamo semplicemente confrontato i decreti 2017 e 2018: siccome la matematica non è un’opinione, si evince chiaramente che l’Azienda ospedaliera di Verona ha subito una decurtazione netta di 957mila euro». Su come questa decisione possa essere stata presa dal direttore Mantoan e non dall’assessore, prova a dare una spiegazione Sonia Todesco, segretario Fp Cgil di Verona. «È dal 2016 che l’assessore incarica, proponendo e firmando la delibera, il direttore Mantoan perché definisca gli obiettivi di costo delle singole Aziende del sistema sanitario regionale. Ha firmato identica delibera il 29 dicembre 2017: quindi, o non legge le delibere che propone, oppure ci sta prendendo in giro».E anche alla consigliera democratica Orietta Salemi, le spiegazioni dell’assessore paiono non confermate dai fatti. «O Coletto – commenta Salemi – evangelicamente, lascia che la sua sinistra non sappia ciò che fa la sua destra, oppure deve spiegarci perché il direttore Mantoan agisce senza rendere conto al suo assessore. Certo qualcosa, immagino, può sempre sfuggire e comprendo la fatica dell’assessore, ma se scappa un decreto così, viene da pensare che il dirigente con ruolo tecnico rivesta anche i panni del politico e spinga troppo in là l’aratro in campi non di sua semina. Contiamo dunque che l’assessore fughi in fretta ogni ombra rispetto a questa vicenda e, con chiarezza, sveli la paternità di questa iniziativa che lascia Verona a bocca asciutta, oltre che in vero imbarazzo».

Perché il nodo dell’entità del taglio rimane anche confrontando il diverso trattamento riservato all’Azienda ospedaliera patavina. Padova ha visto uscire, verso Azienda Zero, 7 dirigenti, 9 lavoratori categoria D e 2 di categoria C. «Eppure a Padova – commenta Todesco – nonostante i 18 stipendi in meno da pagare, contro i 4 di Verona, non è stato previsto nessun taglio. Come è possibile che si sia arrivati a una decisione del genere?».

Il Corriere del Veneto – 6 aprile 2018

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