Il fatturato 2011 di 78 milioni salirà ancora nel 2012, nonostante alcune difficoltà di mercato. L’ad: «Ci preoccupano i prezzi delle materie prime, la concorrenza e la produzione di biomasse»
Da macelleria di paese a gruppo di produzione e commercializzazione di carni bovine di alta gamma con un fatturato che sfiora gli 80 milioni di euro. Iniziò 50 anni fa con l´acquisto di un piccolo macello a Engazzà di Salizzole, l´avventura imprenditoriali di Antonio Vicentini. Suo padre Riccardo gli chiese: «In paese c´era una macelleria, con annesso piccolo macello, in vendita, la compriamo?». Antonio Vicentini rispose di sì: dal 1996 ci sono 5.500 mq di impianti climatizzati per la lavorazione di mille capi la settimana e per tutti i controlli di tracciabilità e sanitari. E tutte le certificazioni internazionali Cee, Iso, Haccp. E ecco il risultato: nel 2011, 25 mila capi allevati (prevalentemente partendo da vitelli francesi, ma anche irlandesi e polacchi) e 50 mila (quelli acquistati provengono da selezionati allevamenti veronesi) macellati e disossati e poi commercializzati. Il tutto con un´occupazione, compreso l´indotto dei trasporti, di 150 addetti. Il fatturato è stato di 78 milioni, che quest´anno si prevede aumenti del 15%. Buon segno quello che viene dai mercati, al 95% centrosud Italia, isole comprese, con poca presenza al Nord e solo un 5% all´estero (compresi i paesi arabi, e la Turchia).
«Al Nord», dice l´amministratore delegato Carlo Vicentini, «è quasi impossibile lavorare perché le grandi catene della Gdo, in prevalenza straniere, si approvvigionano soprattutto all´estero».
Comunque i Vicentini (Antonio è il presidente e c´è anche il figlio Simone, quindi la terza generazione) non si preoccupano se i loro camion vanno prevalentemente al Centrosud. Il tutto all´insegna della filiera corta visto che, sulle orme di Riccardo Vicentini, agricoltore e mediatore, si vanno tuttora a selezionare i capi da acquistare (non più alla domenica come in passato) nel Basso Veronese e nella Bassa Mantovana e si producono cereali nobili sui terreni di proprietà a Salizzole, Cologna Veneta e Nogara per gli allevamenti di famiglia, seguiti da un tecnico alimentarista.
La filiera corta si completa con la macellazione e il selezionamento, con l´etichetta che consente la tracciabilità per ogni singolo taglio di manzo o vitello. Un punto vendita diretto chiude il cerchio.
Tutto bene, allora? Non completamente, perché i problemi ci sono anche qui. I Vicentini lamentano la «sconsiderata» crescita delle materie prime, soprattutto i cereali, dovuto in modo particolare alla siccità e poi c´è anche la concorrenza («assurda», specifica Carlo Vicentini) della produzione di biomasse, che va a compromettere gli allevamenti. E infine ci sono gli acquisti in massa di animali vivi, prevalentemente da parte dei paesi arabi, che fanno saltare le regole del mercato con un conseguente innalzamento dei prezzi. Per questo Carlo Vicentini, malgrado la situazione positiva, conclude: «Le prospettive di sono fatte critiche».
L’Arena – 25 agosto 2012