Il reparto di Borgo Trento deve tornare a conduzione ospedaliera e non sarà più clinica universitaria. Lo hanno deciso i giudici della sezione prima del Tar (Tribunale amministrativo regionale) per il Veneto, accogliendo le motivazioni dell’Anaao-Assomed (Associazione medici dirigenti del Veneto)
I giudici hanno stabilito – con l’ordinanza depositata il 30 gennaio – la sospensiva delle delibere della Giunta regionale del Veneto e del direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata che davano il via libera alla trasformazione della Pneumologia da ospedaliera a universitaria, attraverso l’incarico di direttore affidato «ad personam» al dottor Andrea Rossi.
La trasformazione – come riferito da L’Arena lo scorso 9 gennaio – era avvenuta in varie tappe. Il 19 luglio 2013 l’allora rettore dell’Università di Verona, Alessandro Mazzucco, propose al Consiglio di amministrazione dell’ateneo di approvare «l’istituzione di un posto di professore straordinario a tempo determinato di Malattie dell’apparato respiratorio, di durata triennale, finanziato con fondi esterni». L’Azienda ospedaliera universitaria, riferì Mazzucco al cda, «è intenzionata a sostenere e finanziare economicamente il trattamento previsto, pari a 510.000 euro per l’intero triennio». La scelta cadde sul dottor Andrea Rossi, «attuale direttore dell’Unità operativa complessa di Pneumologia», che «è in possesso dell’idoneità a professore ordinario, conseguita presso l’Università La sapienza di Roma».
Il 6 agosto la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità Luca Coletto, approva la richiesta dell’Azienda integrata di «riconoscimento dell’Unità operativa complessa di Pneumologia quale struttura a direzione universitaria “ad personam”, con assegnazione dell’incarico di apicalità al dottor Andrea Rossi». Il 29 settembre il direttore generale dell’Azienda integrata, Sandro Caffi, approva lo schema di convenzione con l’Università e il 27 settembre ne affidala direzione «ad personam» a Rossi.
Immediata la reazione dell’Anaao, che presenta ricorso al Tar per chiedere l’annullamento delle delibere ela sospensione del provvedimento. «Non è un attacco al collega, le cui capacità e professionalità non sono in discussione », aveva dichiarato a L’Arena Salvatore Calabrese, segretario regionale dell’Anaao, «ma una censura al modo in cui l’Azienda ospedaliera universitaria integrata ha deliberato il provvedimento, evitando il confronto sindacale».
I giudici amministrativi hanno ritenuto «non privo di apprezzabili elementi di fondatezza il riferimento all’omessa consultazione sindacale», non «contestano l’istituzione di un posto di professore straordinario nè l’incardinamento nel predetto posto del professor Rossi» quanto «l’attuata trasformazione, ancorchè temporanea, di una struttura operativa complessa a conduzione “assistenziale” in una a conduzione “universitaria” con evidenti riflessi sull’organizzazione degli uffici».
Questo benchè il direttore generale Caffi avesse sottolineato che la trasformazione «non modifica l’assetto organizzativo della struttura e come tale non è soggetto alla consultazione sindacale».
L’Arena – 4 febbraio 2014