Gli accertamenti effettuati dall’Ulss. E la garante chiede l’intervento del Comune. La garante Forestan: «Sono costretti a buttarli e a comprarne altri». Resta alta l’emergenza affollamento. Tra i disagi, anche i trasporti
Verona. Frutta e verdura avariate, carne scaduta e altra merce di cui non si conosce la provenienza: questo viene servito ogni giorno nei piatti dei detenuti del carcere di Montorio. La denuncia arriva direttamente da Margherita Forestan, garante dei diritti delle persone private della libertà personale per il Comune: il problema l’ha sollevato di fronte alla Quinta commissione di Palazzo Barbieri, presieduta dal consigliere Antonia Pavesi. «La società che ha vinto l’appalto non rispetta gli standard qualitativi previsti dal contratto di fornitura», spiega la Forestan. «I generi alimentari per la cucina sono spesso avariati e non si sa da dove provengano: i detenuti sono costretti a buttarli nel cestino e poi ad andare a comprare altro cibo nel cosiddetto “sopravvitto”, che è gestito sempre dalla stessa azienda toscana». Una prassi che anche gli ispettori dell’Ulss 20 e la direzione del carcere avrebbero avuto modo di accertare, ma per il momento le segnalazioni effettuate non hanno portato alcun esito. «Abbiamo già riferito la situazione alla Direzione generale dell’amministrazione penitenziaria a Roma e persino alla Procura», prosegue la Forestan. «Al Comune chiediamo un sostegno affinché questo scandalo termini». La società, di cui non è stato riferito il nome, aveva vinto la gara d’appalto della Direzione regionale delle carceri, con sede a Padova: nelle prossime settimane verrà indetto il nuovo bando per l’assegnazione della fornitura e l’auspicio del garante per i detenuti è che la scelta ricada su un’altra azienda. Ma se il grado di civiltà di una società – come sosteneva Fedor Dostoevskij e prima di lui Voltaire – si misura dalle sue prigioni, ci sono anche altri problemi da risolvere all’interno del carcere di Montorio. «Va segnalata la carenza sia di personale rieducativo, fondamentale per il recupero dei detenuti, sia di polizia penitenziaria», fa sapere la Forestan. «Per non parlare dell’annosa questione del sovraffollamento delle celle: a fine dicembre le persone accolte a Montorio erano 873, a fronte di una capienza di 500 posti. Le stanze, che sarebbero adibite per due detenuti, ne accolgono normalmente quattro». Nonostante sia stata finita di costruire 18 anni fa, la casa circondariale veronese presenta già diversi problemi strutturali: «I primi interventi sono stati realizzati tre anni fa con il rifacimento dell’impianto idrico: di recente è stata ristrutturata l’infermeria ed è stata costruita la nuova portineria per l’ingresso dei familiari», prosegue la Forestan. E conclude: «Nei mesi scorsi, però, è stato soppressa la fermata degli autobus davanti al carcere e ciò crea parecchie difficoltà a chi non è dotato di mezzi propri per raggiungerlo: i parenti devono percorrere a piedi tutto il tragitto dall’ultima fermata in Borgo Venezia, vicino alla Mondadori, fino a Montorio».
L’Arena – 7 marzo 2013