Dopo la famiglia di Villafranca e i fidanzati di San Pietro in Cariano questa volta l’incontro è toccato a un appassionato di flora. Gianluigi Andreoli era partito all’alba alla ricerca di un fiore raro, invece vicino a Bocca di Navene ha visto il plantigrado fermo sul ciglio della strada
Alla fine l’orso ha deciso di attraversare la strada sparendo nel bosco Monte Baldo. È di casa da oltre tre mesi sul Baldo, al confine fra le province di Verona e Trento e non si può dire che si sottragga agli obiettivi il giovane orso incappato ancora una volta in un incontro ravvicinato a pochi giorni dal precedente avvenuto sempre nella stessa zona, lungo la strada Graziani.
La fortuna di poterlo vedere e fotografare è toccata questa volta a Gianluigi Andreoli, appassionato di flora montebaldina e membro del Gruppo micologico e protezione flora spontanea del Dopolavoro ferroviario di Verona.
«Ero partito presto, verso le 5.30, da Albisano, diretto in una località del Baldo alla ricerca di un fiore raro da fotografare, che poi in realtà non ho trovato», racconta Andreoli che ha comunque al suo attivo il ritrovamento di diversi esemplari di fiori unici per la nostra provincia e che in coppia con Gaetano Berzacola è spesso a caccia di orchidee spontanee e rare. «Ero concentrato sulla Lychnis flos-jovis, pianta per la quale era partito da casa con l’obiettivo di fotografarla, quando verso la prima luce del giorno ho scorto in prossimità di Bocca di Navene un esemplare di orso fermo sul ciglio sinistro della strada. Ho bloccato l’auto e accesso le quattro frecce per avvertire di rallentare se qualcuno mi seguiva, e osservare da vicino, non erano più di 4-5 metri, il comportamento dell’orso. A me è sembrato un cucciolo», ribadisce. In realtà, come ha spiegato Fausto Zoller, ispettore superiore e comandante della stazione di Brenzone del Corpo Forestale dello Stato, «da informazioni raccolte dai colleghi trentini che seguono la dispersione degli orsi, si tratta di un orso maschio giovane di circa due anni e mezzo, effettivamente un po’ al di sotto della stazza media per la sua età, ma non più cucciolo e destinato a crescere ancora».
«Avrebbe voluto attraversare la strada e continuava ad allungare il collo e lo sguardo verso il ciglio destro: avevo proprio l’impressione che stesse aspettando qualcuno o cercasse d congiungersi con qualcun altro che aveva già attraversato la strada. Ho pensato alla madre o a qualche altro fratello», aggiunge Andreoli che ha abbassato il finestrino e non ha rinunciato a un bel primo piano dell’orso che lo guardava dal ciglio della strada. Un altro scatto fotografico lo ha fatto quando l’animale, sentendosi più sicuro, ha deciso di attraversare la strada ed è stato fermato dall’obiettivo proprio al centro della carreggiata. «Frequento spesso la zona alla ricerca di erbe e piante rare e mi capita di vedere animali, ma sono generalmente caprioli, scoiattoli, marmotte, qualche donnola. Devo dire di non aver avuto alcun timore, ma ho atteso tranquillo che l’animale attraversasse la strada, rispettando i suoi tempi d’attesa. Non ho cercato né di attirare la sua attenzione né di spaventarlo. Nel silenzio più assoluto delle prime ore del mattino ha deciso liberamente di muoversi come meglio ha creduto di fare», aggiunge Andreoli, «scendendo dalla scarpata e dirigendosi verso un grosso faggio, prima di scomparire nel bosco».
Lo stesso orso era stato fotografato a metà maggio dalla famiglia Voi di Villafranca nella stessa località e due settimane fa da Massimo Righetti di San Pietro in Cariano che era con la fidanzata Laura nei presi del bivio per Madonna della Neve. Gli agenti della Forestale che ne conoscono i movimenti sulla scorta delle diverse segnalazioni che arrivano, confermano che si tratta di un giovane orso in dispersione dal suo aerale d’origine del Parco dell’Adamello-Brenta, stanziale sul Baldo da circa tre mesi e che non si allontana molto da una zona con una raggio di 5-6 chilometri. Si tratta di un orso non problematico, che non ha mai predato animali domestici, anche se le sue tracce sono state trovate vicino a pollai e allevamenti.
Gli agenti raccomandano a turisti ed escursionisti di non abbandonare avanzi di cibo né tanto meno lanciarli in direzione dell’orso per tentare di avvicinarlo: c’è il rischio che associ la presenza dell’uomo alla facilità di procurarsi il cibo e assuma comportamenti confidenti che alla fine sarebbero estremamente deleteri, portando nei casi più problematici al trasferimento coatto dell’animale e perfino al suo abbattimento.
L’Arena – 31 luglio 2012