La denuncia dei sindacati sulla riduzione delle ore di lavoro nelle cooperative che gestiscono gli appalti a seguito della spending review. Cassa integrazione in deroga e altre strategie coinvolgono tutto il mondo delle coop nei servizi delle Ulss di Bussolengo, San Bonifacio e Legnago
Meno servizi per i pazienti degli ospedali, degli ambulatori e delle strutture sanitarie veronesi. Buste paga più leggere per i dipendenti di imprese di pulizie e di ristorazione, impiegati in azienda ospedaliera e nelle Ulss scaligere.
Questi gli effetti della spending review, che ha ridotto le disponibilità di spesa delle pubbliche amministrazioni, costringendo le aziende sanitarie ma anche gli enti locali a comprimere i budget disponibili per il «clearing» e la refezione in ospedali, asili, case di riposo per anziani e scuole. A riguardare il maggior numero di utenti e dipendenti sono le rinegoziazioni degli appalti operate in sanità. Da inizio anno sono state siglate casse integrazioni e si stanno trattando riduzioni di orario per centinaia di addetti di quasi tutti gli ospedali.
«Il taglio comporta una contrazione della retribuzione percepita», spiega Andrea Sabaini, segretario generale di Fisascat Cisl scaligera, «in alcuni casi si riesce a mitigare l´effetto negativo agendo sulle cosiddette ore supplementari, cioè sullo straordinario del part-time o attivando gli ammortizzatori sociali in deroga, concessi solo per difficoltà contingenti, che presuppongono una ripresa».
In molti casi però – evidenziano dal sindacato – la spending review ha un effetto strutturale, quindi non è possibile attivare la Cig. «Stiamo parlando», precisa Elisa Cornacchiola di Filcams Cgil, «di contratti che prevedono prevalentemente un monte orario tra le 15 e le 22 ore settimanali, con buste mensili nette che partono da 300 euro, per turni dalle 6 alle 9 di mattina».
«Nella peggiore delle ipotesi», dice Sabaini, «la riduzione delle ore di lavoro potrebbe generare anche una riduzione del numero degli occupati».
Ma ecco la mappa dei tagli. Si parte con l´Ulss 22 di Bussolengo, dove una settantina di dipendenti della Markas srl di Settimo di Pescantina (affiliata a Markas International, con sede italiana a Bolzano), impegnati nei servizi di pulizia degli ospedali Orlandi (oltre una quarantina) e di Malcesine sono in cassa integrazione in deroga da inizio anno fino a giugno per mezz´ora o un´ora al giorno, a seconda dell´inquadramento.
La conseguenza è che se prima il piano dell´ospedale veniva pulito in tre ore, ora devono bastare due ore e mezza. Per i 27 addetti della ristorazione, dipendenti sempre di Markas, azienda e sindacati si stanno confrontando. Cassa integrazione in deroga fino a giugno anche per gli addetti alle pulizie della Copra Srl di Piacenza, appaltatrice del servizio nelle strutture ospedaliere di Isola della Scala e Villafranca. «L´ammortizzatore», spiega Elisabetta Gallina di Fisascat Cisl, «riguarda mezz´ora a turno. Si spera che con fine primavera l´Ulss recuperi in bilancio risorse in più per far tornare i lavoratori allo standard di ore previste dal contratto». Anche perché la cassa in deroga dura solo sei mesi, poi le perdite in busta paga sarebbero definitive. Spostandosi ad Est, all´ospedale di San Bonifacio dell´Ulss 20, Coopservice (società cooperativa per azioni di Reggio Emilia) prevede un taglio del monte ore contrattuale del 9 per cento sui 40 dipendenti e attende l´accordo nazionale sulla cassa integrazione in deroga per i lavoratori dell´intero gruppo, che potrebbe arrivare già lunedì.
Per altri 20 addetti della Salus srl di Verona, invece, la cassa integrazione in deroga è già scattata.
I servizi di ristorazione, affidati alla vicentina Serenissima, per ora, non sono stati toccati.
L´Ulss 21 di Legnago ha rinegoziato l´appalto di pulizie affidato a Coopservice. Quest´ultima programma un taglio del 9 per cento sui contratti di oltre 22 ore e mezzo. Complessivamente gli addetti impegnati in ospedali e strutture sanitarie di Legnago, Zevio, Bovolone e Nogara sono un centinaio. Per la riduzione del monte ore si attendono gli esiti della contrattazione nazionale
Valeria Zanetti – L’Arena – 9 marzo 2013