«L’azienda tace, ma sappia che lunedì saremo qui», dice il portavoce Fabio. Una mozione in Comune Animalisti e famiglie hanno partecipato al quarto giorno di presidio davanti ai cancelli della Aptuit
Animalisti, attivisti di organizzazioni contro la vivisezione, mamme con figlio e cane al guinzaglio hanno presidiato ieri – per il quarto giorno consecutivo – l´ingresso del Centro ricerche Aptuit di via Fleming, nei cui stabulari – secondo l´Associazione Freccia 45 – sono custoditi 32 cani Beagle arrivati dal Belgio e destinati alla sperimentazione clinica. «Chiamiamola con il suo nome: vivisezione!», sbotta Fabio, portavoce degli animalisti e anima del presidio, per niente fiaccato da quattro giorni passati in piedi, dalle 9 alle 23.
È soddisfatto della partecipazione, dell´interessamento dei media («più si parla di questi orrori, più si contribuisce a rompere il muro di gomma eretto dalle aziende», dice), meno dell´atteggiamento assunto dalla Aptuit. «Non ci aspettavamo nulla di diverso», ammette, «ma sappiano i padroni della Aptuit, i dipendenti e i vivisettori che vediamo andare al lavoro che non molleremo la presa, che grazie a internet adesso sarà difficile nascondere le sperimentazioni commesse dall´azienda, soprattutto nel Terzo mondo, dove a far da cavia ai loro vaccini sono stati i bambini. E sappiano che lunedì torneremo: non abbandoneremo il presidio fino a quando non ci consegneranno i 32 Beagle. O ci faranno entrare, per verificare se è vero che non sono in sede».
Il presidio è stato civile, ma ovviamente non sono mancati gli slogan e le urla «vergogna!» all´indirizzo dei dipendenti di Glaxo e Aptuit, che non hanno reagito alle provocazioni verbali e hanno trovato sostenitori su Facebook, dove è stato creato il profilo “Proteggiamo i ricercatori della Glaxo”, convocando un contro presidio che non c´è stato.
Anche la politica comincia a seguire la protesta veronese. La senatrice del Pd Silvana Amati chiede «che venga fatta piena luce sulle motivazioni che hanno permesso di ottenere le autorizzazioni necessarie per una deroga su l´uso di cani, gatti scimmie e primati non umani nella sperimentazione senza anestesia». Il consigliere comunale di Verona Ciro Maschio, presidente della commissione Ambiente Ecologia, ha depositato una mozione per chiedere la sospensione della sperimentazione animale e la liberazione dei 32 Beagles, «considerato che il consiglio comunale, il 1 marzo 2012, ha approvato una mozione sulla risoluzione per la protezione e la tutela degli animali utilizzati per fini scientifici o tecnologici», scrive il consigliere, «nella quale si dichiara contrario alla sperimentazione animale, così come ogni altra forma di sofferenza imposta agli animali, sostenendo e favorendo metodi alternativi o strategie di sperimentazione per ottenere il risultato ricercato che non prevedano l´impiego di animali vivi, la cui sofferenza è ritenuta inammissibile e inaccettabile, come la vivisezione».
L’arena – 24 marzo 2013