Aptuit spiega i protocolli e le garanzie. «Combattiamo l’Alzheimer e il Parkinson». Interviene anche il sindaco Tosi: «La legge può modificarla solo l’Europa, altre iniziative mettono solo a rischio i posti di lavoro»
Verona. Le manifestazioni in zona Zai davanti alla sede di Aptuit (multinazionale americana che ha rilevato il centro ricerche Glaxo) da parte delle associazioni antivivisezione per la presenza di 32 cani beagle, sta agitando la politica cittadina al punto che è previsto anche un dibattito in Consiglio provinciale. Ma per evitare allarmismi, il sindaco Flavio Tosi ieri ha ritenuto di intervenire sulla polemica spiegando: «La tipologia delle sperimentazioni sugli animali condotte nella sede veronese di Aptuit, sulle quali i servizi veterinari della Ulss 20 operano attenta vigilanza e controllo, sono autorizzate dalla normativa europea vigente e recepita dall’Italia che però, tra le normative vigenti in Europa, ha adottato quelle che forniscono le maggiori garanzie possibili agli animali utilizzati per finalità di ricerca». Le sperimentazioni infatti sono regolate da precisi protocolli autorizzativi previsti con legge. «Per modificare il quadro legislativo in materia, però», spiega il sindaco, «è indispensabile una iniziativa a livello di Parlamento Europeo che sono disponibile a sostenere». Gli stessi animalisti che stanno manifestando in questi giorni (in particolare l’associazione Freccia45) chiedono che il Parlamento intervenga modificando le leggi sulle sprimentazioni. Ma, prosegue il sindaco Tosi, «in mancanza di tale modifica, ogni iniziativa a livello locale o nazionale rischierebbe solo di far migrare tale attività all’estero, in altro Paese europeo, mettendo in difficoltà oltre ad Aptuit anche le centinaia di ricercatori che lavorano nella sede veronese». E molti di questi erano del centro ricerche Glaxo e sono stati salvati proprio dall’intervento di Aptuit. La multinazionale della ricerca ha accolto positivamente le parole del sindaco Flavio Tosi cogliendo l’occasione per spiegare la situazione. «Aptuit accoglie con soddisfazione la posizione espressa dal sindaco Tosi», si legge in una nota dell’azienda, «in merito alla conferma della correttezza formale e sostanziale dell’operato della nostra azienda e di tutti i suoi 400 collaboratori che operano in Italia con l’unico fine di svolgere attività di ricerca su diverse patologie attualmente senza cura fra le quali malattie oncologiche e neurodegenerative come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson, che ogni anno, solo in Italia, colpiscono migliaia di pazienti». In merito all’utilizzo di animali e cavie, l’azienda precisa che «Aptuit utilizza gli animali da laboratorio solo quando non esistono alternative scientificamente riconosciute e quando l’uso ne è richiesto dalle autorità regolatorie. In tali circostanze, Aptuit svolge la sperimentazione nel pieno e scrupolosissimo rispetto della normativa vigente e delle autorizzazioni ottenute, che prevedono regolari e frequenti ispezioni da parte delle autorità sanitarie competenti». Per rispondere alle critiche degli animalisti che manifestano in questi giorni, la multinazionale sottolinea che prevede protocolli più rigorosi degli standard previsti. «Aptuit tratta sempre gli animali nel rispetto dei più elevati standard internazionali e ha scelto volontariamente di rispettare norme ancor più rigorose. Aptuit è infatti accreditata dall’Associazione per la Valutazione e l’Accreditamento dei Laboratori di Animal Care (AAALAC), e applica costantemente il cosiddetto principio delle “3R” (“reduce, refine, replace”) per la riduzione del numero di animali nella sperimentazione, l’affinamento delle procedure sperimentali, lo sviluppo di tecniche alternative all’uso degli stessi».
L’arena – 26 marzo 2013