Nel giorno in cui il Tar del Veneto sospende di nuovo l’ordinanza di Flavio Tosi che permette(va) di sparare ai lupi pericolosamente vicini alle abitazioni – questa volta pronunciandosi sul ricorso di Enpa, Lav, Wwf e altri (e confermando quindi l’orientamento già espresso la scorsa settimana sul ricorso della Lega abolizione caccia) – arriva la comunicazione che il sindaco di Verona ha deciso di revocare il provvedimento.
Ufficialmente, le decisioni dei giudici amministrativi non c’entrano. Piuttosto, a ispirare la revoca (che risale a mercoledì), sarebbe stata la nota (giunta a Tosi martedì) con cui il prefetto Perla Stancari ha disposto per il prossimo 30 ottobre un incontro tecnico dedicato alle problematiche di sicurezza sugli animali selvatici. Al tavolo, oltre a Tosi e a tutti i sindaci dei territori interessati, sono stati invitati l’assessore regionale competente, il presidente della Provincia, il comandante provinciale del Corpo Forestale, il presidente della Coldiretti. «Ringrazio il Prefetto Perla Stancari per essersi fatto carico di una riunione che affronti il problema che avevamo sollevato», sottolinea Tosi. I problemi cui fa riferimento sono in particolare quelli degli allevatori, costretti a subire passivamente le razzie del branco di lupi che scorrazza per la Lessinia, facendo incetta di manze, capre e asine. Dopo il clamore mediatico suscitato dall’ordinanza, Tosi aveva spiegato che il vero obiettivo era accendere un faro sulla questione e arrivare a discutere dello spostamento dei lupi dalle montagne veronesi (una decisione che spetterebbe all’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale). Quell’obiettivo adesso, con l’intervento del prefetto, «è stato raggiunto».
Che l’ordinanza di Tosi non potesse stare in piedi, dal punto di vista legale, l’ha confermato una seconda volta il Tar. Il giudice Alessio Falferi, spiega che «generiche segnalazioni di danni ad animali da parte del lupo e a cose da parte dei cinghiali non costituiscono idonei presupposti a concretizzare i requisiti di contingibilità ed urgenza necessari per l’adozione del provvedimento». Con parole quasi uguali si era espresso il presidente della prima sezione del Tar Veneto Giuseppe Di Nunzio lo scorso 7 ottobre.
Il Corriere di Verona – 17 ottobre 2014