Una pagella per direttori generali e sanitari delle aziende ospedaliere e delle Usl. A dare i voti, naturalmente, i medici, quelli che lavorano in ospedale, così come quelli che sono a diretto contatto, sul territorio, con i pazienti.Iniziative del genere ce n’erano già state: a lanciarle alcuni sindacati (a Verona, ad esempio, la Cimo).
Questa volta, però, i voti saranno raccolti dall’Ordine dei Medici e ci si aspetta una partecipazione ben più ampia. «Anche perché – commenta Giuseppe Silvestre, segretario regionale della Cimo – finché ad organizzarlo c’era soltanto una sigla c’era sempre il timore di ritorsioni». Non si tratta di un semplice gesto dimostrativo, ma di una proposta che nasconde un malessere diffuso. Tra i medici e i «piani alti» della sanità veneta, dirigenti, così come la Regione, i ferri sono sempre più corti. Dopo i comunicati unitari fioccati negli ultimi mesi in cui si denunciava uno stato di abbandono della sanità da parte della politica ora i medici, per la prima volta nella storia recente, faranno fronte comune per l’elezione del nuovo direttivo dell’ordine professionale. Anche questo un messaggio: alle votazioni che si terranno tra sabato e lunedì parteciperà una lista bloccata di quindici consiglieri (capolista l’attuale presidente Roberto Mora), tre revisori dei conti più uno supplente, e cinque professionisti per la commissione odontoiatri. Quanti bastano per essere tutti eletti, anche se, sulla carta, tutti gli iscritti sono eleggibili, basta specificare nome e cognome. L’invito, però, da parte delle sigle mediche (in tutte 16, dai chirurghi ai pediatri, a firmare l’appello) è quello di indicare tutti i nominativi dei candidati.
Insomma un richiamo all’unità di categoria (la lista si chiama «Uniti nella professione»).«Siamo molto preoccupati – spiegano Lorenzo Adami (Fimmg – Medici di Famiglia), Anna Tomezzoli e Annamaria Musso (Anaao – Medici ospedalieri) e lo stesso Silvestre, che ieri hanno presentato la lista – ci troviamo davanti ad un taglio indiscriminato delle risorse, che, come conseguenza ha una progressiva perdita di capacità di dare risposte alla domanda di salute della popolazione». Tra le delusioni maggiori «l’aumento dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie, che si stanno allungando sempre di più, nonché il forte ritardo del potenziamento dei servizi nel territorio, con il “congelamento” degli ambulatori h24».Infine sono aumentati anche i contenziosi legali, con minore tutela, in sede giudiziaria dei medici. «Il rischio – concludono i camici bianchi – è che vengano favoriti atteggiamenti di medicina difensiva o astensiva, ovvero si ricorra, o si eviti di ricorrere, a determinate terapie per paura di una denuncia».Intanto si avvicinano le scadenze dei mandati dei dg. Il primo a lasciare, a Verona, per raggiunti limiti di età sarà a dicembre Sandro Caffi, direttore dell’Azienda Ospedaliera. Tra le ipotesi anche un anno di commissariamento degli ospedali veronesi, per allineare il turn-over con le Usl, che cambieranno i vertici a fine 2015. «L’augurio – spiegano i rappresentanti dei medici – è quello di vedere persone capaci, non nominati esclusivamente per meriti politici».
Un appello, infine, arriva anche da Paolo Tovo, sindaco di Nogarole Rocca e presidente della Conferenza dei primi cittadini dell’Usl 22 di Bussolengo: «Il territorio dell’Ovest Veronese ha un problema di scarsità nei servizi d’emergenza, che in molte zone sono di facciata in quanto non inseriti in veri ospedali e privi delle sufficienti condizioni operative generali, senza contare il recente scippo di 70 milioni che la nostra Usl ha dovuto cedere all’Azienda Ospedaliera di Verona. L’impoverimento della nostra sanità non è più accettabile».
Davide Orsato – Il Corriere di Verona – 20 novembre 2014