Solidarietà incondizionata dalle comunità terapeutiche a Maurizio Gomma, il medico del Sert di Verona licenziato in tronco dal direttore generale dell’Usl 20 Maria Giuseppina Bonavina la settimana scorsa.
«Tutte le comunità di Verona che gestiscono i servizi residenziali per le tossicodipendenze sul territorio veronese sono sbalordite nell’apprendere dell’improvviso ed incomprensibile licenziamento del dott. Maurizio Gomma», si legge in una lettera firmata da Fabio Ferrari, presidente della Cooperativa Sociale Ceis, Mauro Anselmi, presidente della Comunià dei Giovani, Luigi Mirandola, presidente della cooperativa Sociale La Genovesa, e infine da Patrizia Allegra, rappresentante per il Veneto della Fondazione Exodus.
Significativa, in particolare, la firma di quest’ultima che, oltre a lavorare per la fondazione di don Mazzi, presiede anche l’associazione scientifica Eihp, la cui convenzione con l’Usl 20 per lo svolgimento di alcuni progetti del Dipartimento delle dipendenze è all’origine del licenziamento di Gomma. Il medico, che ha diretto il Sert in sostituzione di Giovanni Serpelloni fino al suo rientro da Roma a inizio anno, viene accusato di non aver detto il vero riguardo le competenze dell’associazione, e di aver affidato a suoi collaboratori compiti propri del personale dell’Usl. Accuse fermamente rigettate da Gomma, che ha annunciato ricorso contro il licenziamento. «Il rammarico per quanto accaduto è tanto più grande quanto è grande l’integrità morale e la professionalità del dott. Gomma, che in decenni di collaborazione abbiamo avuto modo di verificare nel lavoro in prima linea svolto insieme – si legge ancora nella lettera delle comunità terapeutiche – Possiamo testimoniare che in questi anni il dott. Gomma si è sempre dedicato con passione e serietà alla cura delle persone tossicodipendenti avendo a cuore la loro condizione di salute». I firmatari si dicono poi «sorpresi» e «sconvolti» per il modo in cui Gomma è stato allontanato, «anche per le conseguenze che comporta l’interruzione della continuità e del coordinamento dei servizio».Dicono poi di ritenere «gravissima la mancata programmazione di un piano di continuità che una semplice sostituzione non può risolvere» e si augurano chiarezza sull’accaduto. Nell’attesa l’auspicio è che il medico « venga subito reintegrato al suo lavoro per evitare danni e rischi ai pazienti ed allo stesso medico, in attesa che le istituzioni competenti rivalutino quanto accaduto, che non ha precedenti nella storia delle Ulss venete».
A.C. – Il Corriere di Verona – 18 novembre 2014