«Un’esperienza che non auguro a nessuno. Veder morire il cane che ami e non poter far nulla è sconvolgente. Il dolore è ancora forte. E mi domando cosa sarebbe accaduto se al posto della mia cagnolina Cherie ci fosse stato un neonato». Veronica S., studentessa universitaria di vent’anni, ha dettagliatamente riassunto nella denuncia querela consegnata ai carabinieri di San Giovanni Lupatoto quanto avvenuto il 2 giugno, festa della Repubblica, nel bar “Caves de Vines“ di Raldon, verso le 18.30.
SEDUTA AL BAR. «Ero con un’amica, seduta a un tavolino vicino all’ingresso, e avevo la piccola Cherie, Yorkshire di tre anni, in braccio». La porta del bar si apre e spuntano i musi di due Dogo argentini, maschio e femmina, senza museruola, tenuti al guinzaglio dal padrone, che li segue. «Non ho avuto il tempo di spostare Cherie. Uno dei due cani mi è saltato addosso», racconta Veronica, «e ha serrato le mascelle attorno alla testa della cagnolina, strappandomela dalle braccia. Spinta dal cane sono caduta per terra e ho visto il supplizio: il Dogo sbatteva la mia cagnolina di qua e di là, sembrava un pelouche. Voglio pensare che sia morta subito, poveretta».
MASCELLE SERRATE. «Il padrone del Dogo ha provato ad aprire la bocca del suo cane per liberare il mio», ricorda Veronica, «mentre i clienti del bar urlavano. C’erano anche dei bambini, che gridavano terrorizzati. Una scena che non dimenticherò mai».
Il padrone del Dogo, B.A., anch’egli di San Giovanni Lupatoto, ha quindi tentato una manovra disperata. «Ha chiesto alla titolare del bar», rammenta la studentessa, «di portare secchi d’acqua da gettare addosso al cane. La sua speranza era che aprisse la bocca e ci permettesse quindi di recuperare la sua preda. Abbiamo allagato il bar, a forza di gettare addosso al cane secchiate d’acqua. Ma non c’è stato niente da fare. Ha aperto la bocca solo quando ha deciso che il gioco era finito, come se niente fosse».
LA DENUNCIA. «E come se niente fosse», denuncia Veronica, «il padrone del cane killer se n’è andato, limitandosi a dirmi che gli dispiaceva tanto. La mia amica lo ha rincorso, gli ha detto di lasciare almeno le generalità. È tornato dopo cinque minuti, da solo, per dirmi che i due cani sono assicurati».
Dopo essersi fatta visitare all’ospedale di Bovolone, la studentessa ha sporto denuncia, quindi ha nominato l’avvocato Emanuela Pasetto per rappresentarla nel procedimento penale contro il proprietario del Dogo.
Spiega la legale: «Il codice penale non contempla il reato di animalicidio colposo, ma riteniamo si possa configurare quello di lesioni colpose. Sussiste inoltre l’illecito amministrativo di omessa custodia di animali pericolosi. In sede penale chiederemo i danni conseguenti alle lesioni subite da Veronica. Il proprietario dei due Dogo è inoltre responsabile del danno cagionato da uno dei suoi animali a norma dell’articolo 2052 del Codice civile e chiederemo il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti da Veronica e dai suoi genitori, a seguito della morte della loro amata cagnolina».
Paola Colaprisco – L’Arena – 10 luglio 2016