Dopo cinque giorni di terapia intensiva è deceduta tra la costernazione e il dolore dei familiari. Il marito: «Era una donna fantastica che si faceva in quattro per tutti»
Pasquina Braggio non ce l’ha fatta. La povera donna di 66 anni residente a Modon, che sabato, poco prima delle 20, è stata colpita da un toro imbizzarrito ed è caduta malamente a terra, è deceduta mercoledì, alle 16, al reparto di terapia intensiva di Borgo Trento, dov’era ricoverata fin dalla sera del grave incidente.
Sul cancello del civico 34 di via Modon, nella campagna che precede la zona artigianale di Albaredo, è stato affisso il cartello «Lutto di famiglia», ma in realtà non c’è abitante del Comune in riva all’Adige che non sia a conoscenza della disgrazia capitata nell’azienda agricola di Roberto Cantachin e del figlio Nicola, sposato con un figlio di 8 anni. Quest’ultimo, amato e coccolato da Pasquina, continua a chiedere dov’è la sua cara nonna e quando tornerà. Non sarà facile fargli comprendere che un episodio apparentemente banale si è portato via una persona a cui era molto legato.
Ieri, il marito Roberto ancora non si capacitava di quanto accaduto. «Non abbiamo mai avuto incidenti nella nostra azienda agricola», ha ricordato. «Per colpa di quel torello da quattro soldi, mia moglie, che era il motore di tutta la famiglia, non c’è più». L’allevatore ripercorre con la mente quei momenti, quasi volesse fare un salto indietro e salvare Pasquina. «Il toro aveva problemi ad una zampa, perciò l’avevamo legato ad una corda e fatto uscire dal box. Lo stavamo accompagnando in un’altra stalla per valutare meglio le sue condizioni. Quando siamo stati in cortile, la corda si è rotta, il toro si è divincolato e ha spinto mia moglie che è caduta a terra. Pasquina ha battuto con la parte sinistra della faccia e della testa: un impatto terribile. Non ha mai ripreso conoscenza», dice con un filo di voce. Sono seguiti minuti drammatici e concitati. L’arrivo dell’elicottero di Verona Emergenza, il trasporto d’urgenza all’ospedale di Borgo Trento, le prime valutazioni dei medici e poi lo straziante responso. «I medici non mi hanno dato alcuna speranza, l’emorragia era troppo vasta: non si poteva intervenire», riferisce l’uomo. Il toro protagonista del brutto episodio, nel frattempo, è stato inviato al macello. L’allevatore preferisce non pensarci. Si rifugia con i pensieri agli anni Sessanta, quando ha conosciuto Pasquina a Cologna. Lei era originaria di Arcole. Si erano frequentati per un po’, poi lui aveva preso altre strade. «Ma poi sono tornato da lei, era una donna fantastica: generosa, energica, disponibile a farsi in quattro per la famiglia, il lavoro e gli amici», rivela. Cantachin rammenta che in passato la moglie aveva avuto problemi di salute e aveva subìto degli interventi chirurgici, tuttavia si era sempre ripresa grazie alla sua forza di volontà. La 66enne era conosciuta e benvoluta in paese per la sua personalità aperta e disponibile. Sono numerose infatti, in queste ore, le persone che fanno sentire la propria vicinanza al marito e al figlio. «Il telefono continua a squillare e tutti ci manifestano il loro dispiacere per quanto è successo. Pur nella grande sofferenza che siamo costretti a sopportare, siamo riconoscenti e lieti di sapere che tanta gente ci vuole bene», afferma Cantachin.
La data del funerale non è ancora stata stabilita perché ancora non c’è il nulla osta del magistrato alla sepoltura. Con tutta probabilità, l’autorizzazione arriverà in giornata.
Paola Bosaro – L’Arena – 8 agosto 2014