Una caccia al tesoro dove il rischio di approdare a un forziere sguarnito è discretamente elevato. Nel centrodestra la corsa alle candidature al Parlamento stenta a decollare. Un po’ per il persistente caos che affligge il Pdl, insidiato dalle defezioni e ostaggio delle quotidiane piroette berlusconiane; molto per le previsioni infauste circa l’esito elettorale, che inducono a dubbi, passi indietro, ripensamenti, scambi di favori sotterranei.
Sul fronte Lega, il segretario Flavio Tosi ha convocato il direttivo veneto dopo Capodanno: la speranza è che nel frattempo sia fatta chiarezza sul nodo delle alleanze. «Personalmente sono favorevole all’ipotesi di correre da soli», commenta da Treviso Federico Caner, capogruppo regionale e vice di Bobo Maroni in via Bellerio «però non pongo pregiudiziali verso il partito Pdl con il quale, in Veneto, abbiamo rapporti tutto sommato leali e costruttivi. Ciò che ritengo inaccettabile è il sostegno a Silvio Berlusconi premier: la nostra base rifiuta questa prospettiva ed ha ragione».
Proprio Caner sembra in pole position per un seggio alla Camera; non solo: l’annunciato ritiro dalla competizione da parte del presidente dei deputati uscente, il trevigiano Gianpaolo Dozzo, potrebbe riservargli il ruolo di speaker del gruppo alla Camera.
No comment dell’interessato, voci insistenti in questa direzione. Analoghe a quelle che coinvolgono due assessori regionali, Luca Coletto (Sanità) e Maurizio Conte (Ambiente), entrambi di stretta fede tosiana. Il governatore Luca Zaia, interpellato in proposito, ha affermato di non aver notizie di aspiranti parlamentari nella sua giunta ma a conti fatti un’eventuale rimpasto non lo getterebbe nello sconforto. Ancor più aggrovigliata la situazione nel campo pidiellino dove il primo interrogativo riguarda gli strappi, veri o presunti, annunciati dai “Fratelli d’Italia” di matrice An e dai liberal-moderati sensibili alle sirene di Monti.
Giovedì il coordinatore Alberto Giorgetti ed il vice Marino Zorzato incontreranno i dirigenti provinciali per un primo approccio alla campagna elettorale. Candidati? Nessuno si sbilancia ma non è difficile ipotizzare che i fedeli del Cavaliere – Ernesto Brunetta e Giancarlo Galan, Maurizio Paniz e lo stesso Giorgetti – saranno della partita. Più complicata la posizione dell’ex ministro Maurizio Sacconi che, pur tra mille distinguo, ha preso progressivamente le distanze dalla leadership berlusconiana. Tant’è. I sondaggi interni filtrati da Roma hanno restituito un po’ di fiducia agli azzurri, convinti che la – probabile – sconfitta non si tradurrà in una disfatta, soprattutto se il gran rifiuto di Mario Monti sgonfiasse le vele dei rivali centristi
Tribuna di Treviso – 23 dicembre 2012