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Verso un Cts più leggero. Un po’ per rispondere alle polemiche degli ultimi giorni, un po’ per rinfrescare il gruppo. I membri del comitato convocati a Palazzo Chigi

Uno sfoltimento del Cts della Protezione civile. A questo starebbe pensando la presidenza del Consiglio dei ministri, dove in questi giorni sono stati convocati alcuni dei nomi più pesanti di quel gruppo di esperti per discutere della loro attività e progettare i cambiamenti. Oggi nel Comitato tecnico scientifico ci sono 27 membri, considerati troppi da molti osservatori (e anche da alcuni degli stessi componenti). Non di rado si scatenano lunghe discussioni e contrapposizioni, talvolta anche con toni accesi. Così il processo decisionale rischia spesso di rallentare. Da più parti, anche di recente, si era proposto di ridurre il numero dei membri. Il cambiamento a questo punto potrebbe essere introdotto da Mario Draghi. Un po’ per rispondere alle polemiche degli ultimi giorni, un po’ per rinfrescare il gruppo.
Repubblica. Tra i problemi che la politica ha contestato c’è anche quello di una eccessiva presenza degli esperti sui media. All’ultima riunione, quella di lunedì, il presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, è andato all’attacco invitando i membri del comitato a fare silenzio. Si riferiva anche alla richiesta di lockdown avanzata da Walter Ricciardi, che però non fa (più) parte del Cts. In generale, con i ministri alla Salute e agli Affari regionali, Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, si è detto che va trovato un unico portavoce e che i tecnici devono prima riferire le loro decisioni al governo, che poi le comunica alle Regioni.
Il caso dello sci, bloccato poche ore prima della riapertura, è stato la scintilla che ha fatto esplodere le polemiche (la Lega ha chiesto un ricambio dei tecnici) e per certi versi ha accelerato il processo di revisione del Cts. Questo anche se gli esperti, in effetti, non hanno colpe rispetto ai tempi. Già a fine gennaio avevano messo in guardia sulle varianti. Poi, il 4 febbraio, hanno dato l’ok al protocollo delle Regioni sullo sci, sottolineando però proprio i problemi di maggiore circolazione del virus in forma modificata e rinviando al governo la decisione su una eventuale ripartenza. Venerdì scorso hanno poi detto espressamente che con le varianti non è il caso di fare nuove aperture. Il ministro della Salute Roberto Speranza, dopo le dimissioni di Conte, non ha voluto prendere decisioni, poi adottate quando è stato riconfermato da Draghi.
L’idea della presidenza del Consiglio, che aveva nominato i membri del Comitato attraverso la Protezione civile, è dunque ridurne il numero, forse anche per dare una maggiore rapidità alle decisioni. Non si tratta di uno strappo, gli esperti vengono appunto convocati in questi giorni per discutere degli eventuali cambiamenti e in generale per ridisegnare il ruolo del Comitato.

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