Vertenza salute. A Napoli successo per la manifestazione dei medici e dirigenti sanitari con i cittadini. “Insieme per difendere la sanità pubblica”. Il comunicato dell’Intersindacale
Oltre mille partecipanti con delegazioni da tutta Italia alla Stazione Marittima. Per ora lo sciopero del 17 e 18 marzo è confermato. Sanità sotto scacco per “una politica miope, incapace di prendersi la responsabilità di dire cosa vuole fare realmente del Sistema sanitario pubblico e svogliata nel condividere con medici e pazienti le soluzioni per garantire l’universalità del diritto alla salute”. Il comunicato
“Partire dal Sud ha avuto anche il valore di un simbolo, perché il Sud anticipa, nelle condizioni del suo sistema sanitario e nei livelli di salute dei suoi abitanti, il destino cui è avviata la sanità di tutto il paese. Ma la risposta dei professionisti del Sud testimonia anche la grande volontà di riscatto e di ricostruzione del sistema sanitario”. Lo dichiara l’Intersindacale medica e della dirigenza sanitaria al termine della manifestazione nazionale che oggi a Napoli ha raccolto più di mille partecipanti ai quali si sono unite anche le associazioni dei cittadini a partire da Cittadinanzattiva.
“La manifestazione di oggi – dicono i sindacati – rappresenta un buon viatico per il proseguimento della vertenza salute che procederà, anche attraverso l’organizzazione di assemblee in tutti gli ospedali, fino alle 48 ore consecutive di Sciopero Nazionale proclamate per il 17 e 18 marzo, in attesa che Ministro e Governo battano un colpo per dire ai cittadini italiani se la tutela della loro salute è ancora un diritto costituzionale, l’unico che la Costituzione definisce fondamentale”.
In una sala Galatea della Stazione Marittima di Napoli gremita con delegazioni di camici bianchi provenienti da tutto il Sud e con la presenza in sala di tutti i segretari regionali e nazionali delle sigle sindacali della dirigenza medica e sanitaria, si denuncia un sistema sanitario “sotto scacco di una politica miope, incapace di prendersi la responsabilità di dire cosa vuole fare realmente del Sistema sanitario pubblico e svogliata nel condividere con medici e pazienti la strada da percorrere per rendere compatibile un principio costituzionalmente concepito in maniera universalistica a fronte della pur ridotta disponibilità delle risorse”.
Per medici e dirigenti sanitari il “Servizio sanitario nazionale pubblico è a rischio, messo in ginocchio sotto la scure di tagli, inadeguatezze e disomogeneità tra Regioni ricche e governi della Salute impoveriti e depauperati dai piani di rientro. Criticità profonde che si concentrano nelle regioni del Sud”.
E’ “un sistema governato da norme errate, burocratizzate, non condivise, poco o nulla approfondite da studi e simulazioni e sottoposte a procedure ragionieristiche di governo ispirate a un razionamento anziché a principi di razionalizzazione”.
E ancora, per i sindacati del settore il Ssn “si è trasformato in pochi anni da fiore all’occhiello dell’Europa in una lotteria e un percorso a ostacoli per i pazienti con disomogeneità profonde tra le regioni e tra un ospedale e l’altro, tanto da negare alle fondamenta i diritti costituzionalmente garantiti ad un accesso uniforme alle cure per tutti i cittadini”.
Sul palco della sala della Stazione Marittima è intervenuto anche Tonino Aceti coordinatore nazionale del Tribunale dei diritti del Malato di Cittadinanzattiva.
“La partecipazione delle rappresentanze dei cittadini, insieme con la straordinaria affluenza di medici e dirigenti sanitari – dicono ancora i sindacati in una nota diffusa al termine della giornata – testimoniano capacità di aggregazione e forza di motivazione a salvaguardia di un bene comune quale il servizio sanitario pubblico e nazionale, che non si innova senza un patto con le competenze e conoscenze dei medici e dei professionisti e che coinvolga anche i pazienti che si rivolgono al Servizio sanitario nazionale”.
21 febbraio 2016