In occasione del Congresso 2015 della World Veterinary Poultry Association, svolto a di Città del Capo, sono stati analizzati vari aspetti di numerose malattie del pollame, tra cui la bronchite infettiva. Per la Dottoressa Jane Cook la malattia viene spesso associata a sintomi respiratori, e causa riduzione della produzione e scarsa qualità delle uova; ma alcuni dei ceppi più recenti sono anche nefropatogeni e possono causare nefrite intestinale.
Cook ha avvertito che continueranno a sorgere nuove varianti della malattia, a causa della natura del virus che ha un alto tasso di mutazione.
Il tipo di patologia causata da queste varianti saranno diverse, come pure la gravità della malattia stessa e la sua diffusione geologica. Uno dei problemi con questi nuovi ceppi è che si verificano casi anche in animali ben vaccinati. Questo potrebbe dipendere da problemi di biosicurezza, ma anche dal fatto che le vaccinazioni non funzionano adeguatamente.
Il simposio organizzato da Ceva si è invece focalizzato sull’influenza aviaria, e i diversi relatori, provenienti da Europa, Stati Uniti e Cina, sono stati concordi nel dire che una azione rapida di contenimento e buone misure di biosicurezza sono la chiave per il controllo della malattia.
Il dottor Andre Steentjies, dai Paesi Bassi, ha illustrato le misure di biosicurezza adottate dopo le gravi epidemie del 2003, che hanno provocato l’abbattimento di 30 milioni di volatili. Il Dottor Mark Davidson dagli Stati Uniti ha spiegato un piano in cinque tappe da utilizzare in caso di future epidemie di aviaria. Il professor Liu Xiufan si è invece focalizzato sulle ripercussioni che il virus ha avuto sui mercati del pollame vivo.
Fonte The Poultry Site (da Unaitalia) – 18 settembre 2015