Fare in fretta. Anche chiudendo un occhio sulle pratiche. Si vedrà poi. Ciò che conta è dare priorità a quota 100. I primi 25 mila — su 104.390 domande arrivate sin qui — andranno in pensione oggi. Con i requisiti scontati da Cinque Stelle e Lega: almeno 62 anni e 38 di contributi. Tutti gli altri in coda. Se ne sono accorti i cittadini che chiedono gli assegni di vecchiaia, anzianità o reversibilità, finiti in un imbuto. Se ne sono accorti patronati e sindacati. E lo sa anche Inps, visto che in una comunicazione dell’11 marzo scorso — l’ormai famosa 1008, non c’è patronato o sede che non la citi — chiede alle direzioni regionali e alle strutture territoriali di avanzare spediti su quota 100.
«Esclusivamente per le pensioni quota 100 con decorrenza 1 aprile 2019, si ritiene opportuno consentire in via straordinaria di procedere alla liquidazione provvisoria sulla base delle dichiarazioni di cessazione contenute nella domanda», si legge. Tradotto: erogate le pensioni anche senza sapere se chi fa richiesta ha smesso di lavorare o no. E dunque anche senza le certificazioni Unilav.
Arriveranno dopo. E poi si controllerà.
«Non era mai successo», ammette Matteo Ariano, Fp Cgil. «Si deroga a una prassi, rischiando una discriminazione tra cittadini. Chi va con quota 100 ha una corsia preferenziale. Gli altri aspettano di più».
Quanto non si sa. Nel 2018, in linea con l’anno prima, le pensioni dei dipendenti privati sono state erogate in 100 giorni di media. Quelle dei pubblici in 200. Per legge l’Inps ha 120 giorni, dalla domanda. Se sfora, deve pagare gli interessi legali.
E con gli statali sfora quasi sempre, per la difficoltà a ricostruire le carriere e mettere in fila i contributi versati.
Quest’anno, per via del passo spedito imposto su quota 100, si prevede uno sforamento dei tempi. «Ma va detto che l’Inps è sotto organico», osserva Ariano. «Il fabbisogno è di 32 mila persone, siamo ben sotto i 30 mila. Nei prossimi mesi ne entreranno 4 mila, ma non bastano». E in effetti Inps, temendo l’ondata dei quotisti, ha imposto gli straordinari nel mese di marzo. I dipendenti hanno lavorato nei fine settimana oppure allungando l’orario feriale.
«I disagi ci sono comunque», aggiunge Fulvia Colombini, Inca Cgil. «E ora che arriveranno anche le domande di reddito di cittadinanza la situazione peggiorerà». Ne sono state inoltrate 853 mila.
L’Inps ha dichiarato di poterle valutare entro il 15 aprile.
«Quota 100 è stata messa sin dall’inizio su un binario accelerato», prosegue Colombini. «Le domande sono partite all’indomani della pubblicazione del decreto. Di solito si aspetta la conversione in legge. E ora l’ulteriore spinta in vista dell’1 aprile. Siamo contenti per i quotisti che vanno in pensione. Ma non mi sembra corretto che non ci sia la stessa attenzione per gli altri pensionati, passati in secondo piano. L’interesse elettoralistico qui mi sembra chiaro». Mario Fraccascia, coordinatore dei patronati Inca Cgil della Puglia, racconta di non aver mai vissuto una situazione del genere. «Ho fatto domanda online per una signora alle 8.30 del mattino.
Dopo due ore l’Inps l’ha chiamata per chiederle se stava lavorando ancora, perché era pronta già a liquidare l’assegno. Anche in un altro caso ci sono voluti appena tre giorni dalla domanda. Cose mai viste.
Quando invece per una pensione di vecchiaia ci vogliono almeno due mesi. Se si tratta di statali, soprattutto insegnanti, ancora di più».
Anche Fabrizio Baiocchi, coordinatore dei patronati Inca Cgil del Lazio, conferma la corsia sprint. «Quota 100 viene liquidata in 10-15 giorni. Le prime già a metà marzo, con decorrenza 1 aprile.
Indubbiamente la comunicazione Inps ha accelerato i tempi. Ma ora stiamo verificando le pratiche ferme. C’è un commerciante che ha un negozio di fiori molto preoccupato: aspetta la pensione di vecchiaia da settembre. Non credo sia corretto lasciare le persone senza soldi. Tra l’altro gli assegni di quota 100 sono erogati “in via provvisoria”.
Significa che le verifiche si fanno dopo. E se Inps scopre che hai intascato sia pensione che stipendio, sospende la prima e recupera l’indebito a rate».
Il risvolto spiacevole di tanta accelerazione potrebbe alla fine essere proprio questo.
Alcuni quotisti potrebbero dover restituire qualche mensilità. Il decreto che istituisce quota 100 autorizza il cumulo della pensione con un reddito fino a 5 mila euro lordi annui. Ma solo se proveniente da prestazione occasionale. Se si supera quel limite, la pensione può essere revocata per un anno. Il caso qui è diverso: la sovrapposizione potrebbe verificarsi, si presume solo per un mese o poco più, tra lavoro dipendente e pensione anticipata. Al Nord la situazione sembra meno complicata. «In Lombardia ad esempio non abbiamo segnalazioni di ritardi clamorosi nella gestione delle richieste diverse da quota 100», dice Gigi Petteni, presidente di Inas Cisl. Il terreno è comunque scivoloso per il governo.
Accontentare i quotisti e scontentare tutti gli altri può rivelarsi una mossa poco furba.
Visto che sono molti di più. E assai arrabbiati per le promesse tradite. Non solo pensionati al minimo (2,9 milioni) e invalidi (3,1 milioni). Ma anche i 5,6 milioni che da oggi avranno una pensione più bassa per colpa del nuovo adeguamento all’inflazione.
Repubblica