Il dado è tratto. La capacità di lobby dell’Automobile club d’Italia non è riuscita a fermare il governo che punta a trasferire la gestione del Pra, Pubblico registro automobilistico, al ministero dei Trasporti. Una mossa tentata diverse volte, fin dalle «lenzuolate» di Bersani, che ora pare destinata ad andare in porto, alla luce del via libera ricevuto alla Camera del disegno di legge Madia.
Il provvedimento di riforma della pubblica amministrazione contiene un emendamento del relatore Ernesto Carbone (Pd), le cronache lo ricordano come il proprietario della Smart utilizzata a Roma da Matteo Renzi prima di diventare presidente del Consiglio, che prevede l’unificazione degli uffici tra Motorizzazione civile e Pra, realizzando un’unica banca dati che custodisca le informazioni sia sulla proprietà dei veicoli (l’attuale certificato) sia sulle caratteristiche tecniche (libretto di circolazione). A valle di questa operazione dovrebbe essere istituito un documento unico dell’automobilista. Fin qui il progetto contenuto nel ddl delega, che il governo considera intoccabile nell’ultimo passaggio al Senato. Calerà, quindi, il sipario su un modello che per oltre mezzo secolo ha visto assegnati all’Aci la gestione e gli incassi del registro automobilistico, circa 220 milioni di euro all’anno.
Un business (di fatto in regime di monopolio) che ha sempre puntellato i conti dell’Aci, assicurando il posto a una buona metà dei circa 5 mila dipendenti dell’ente presieduto da Angelo Sticchi Damiani. Tanto che il rischio di un problema occupazionale è sempre stato utilizzato per disinnescare eventuali manovre intorno al Pra. Questa volta la votazione alla Camera certifica che niente sarà più come prima. La palla passa alla Motorizzazione, ossia una direzione generale di un dipartimento del ministero guidato da Graziano Delrio.
Un decreto attuativo dovrà stabilire come procedere, evitando fibrillazioni e passaggi a vuoto. Resta che l’Aci potrebbe mettere in conto un forte dimagrimento (oggi conta 106 uffici provinciali e 400 sportelli) e che la Motorizzazione dovrà riorganizzarsi. La soluzione potrebbe essere Agenzia unica di cui parla la delega, con il trasferimento delle competenze e del personale Aci sotto il ministero dei Trasporti. Ma il come va ancora scritto. A beneficiare di tutta l’operazione potrebbero essere gli automobilisti. In sede di spending review l’ex commissario, Carlo Cottarelli, ha calcolato che l’unificazione di libretto di circolazione e certificato di proprietà avrebbe garantito risparmi per una sessantina di milioni. Cifra che il governo potrebbe decidere di ribaltare in favore degli automobilisti, riducendo il costo delle pratiche.
Andrea Ducci – Il Corriere della Sera – 20 luglio 2015