Jyrki Katainen alza il passaggio al livello alla legge di Stabilità italiana (e a quella francese). Con una nota emessa ieri sera, che arriva dopo gli annunci di Roma e Parigi di accettare un rafforzamento dei budget 2015, il Commissario ha fatto sapere di «non poter al momento rilevare casi di gravi deviazioni» tali da obbligare ad un giudizio negativo.
Il responsabile degli Affari monetari e vice presidente in pectore ha motivato la decisione facendo riferimento alle «ulteriori informazioni sui miglioramenti » comunicati negli ultimi giorni da Italia e Francia alle quali ha riconosciuto un «atteggiamento costruttivo». Gli esami tuttavia non sono finiti, perché Bruxelles farà tra breve una «valutazione dettagliata» delle leggi di Stabilità, italiana compresa, anche alla luce della nuove previsioni macroeconomiche. Il compito di stilare la nuova pagella, che sarà resa nota a novembre, spetterà tuttavia alla nuova Commissione guidata da Jean-Claude Juncker che si insedierà tra quattro giorni.
«Questo sforzo ulteriore rappresenta un impegno notevole per il Paese, ma nessuna resa alla Ue», ha detto Padoan ieri in tarda serata in Parlamento riferendo sulla manovra di rafforzamento della “Stabilità”. Il ministro non ha tuttavia usato toni tranquillizzanti: «Una eventuale procedura, per deficit eccessivo, non è ancora scongiurata perché nei prossimi mesi avremo a che fare con le regole del debito». Dal racconto di Padoan sono emersi anche altri dettagli: l’aggiustamento chiesto dalla Commissione all’Italia, ha detto, «era dello 0,7 e non dello 0,6 come si diceva». «Abbiamo scelto il male minore», ha concluso.
Evitata per un soffio la bocciatura, con la sterzata annunciata lunedì dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ieri pomeriggio il premier Renzi ha riunito con una procedura inedita – il Consiglio dei ministri per ratificare il rafforzamento di 4,5 miliardi, pari allo 0,3% del Pil concordato con Bruxelles. Siccome il rafforzamento della manovra modifica i saldi di bilancio il governo ha dovuto votare una variazione alla nota di aggiornamento al Def, il documento che stabilisce la cornice all’interno della quale deve collocarsi la legge di Stabilità. Il nuovo rapporto deficit-Pil del prossimo anno non sarà più del 2,9% ma scenderà al 2,6% e l’indebitamento strutturale si ridurrà dallo 0,9 previsto allo 0,5-0,6% avvicinandosi più velocemente al pareggio.
La maratona della legge di Stabilità rallenta, prima bisognerà infatti approvare la «relazione» del governo che cambia il Def e su questo aspetto si è aperto uno scontro con le opposizioni. Dato per scontato che il nuovo Def dovrà essere riesaminato dal Parlamento si è posto il problema se la votazione dovrà essere a maggioranza semplice o assoluta. Per quest’ultima soluzione spingono le opposizioni memori che la maggioranza assoluta, al momento della richiesta di rinvio del pareggio di bilancio alla Ue il 14 ottobre scorso, fu raggiunta dal governo per un solo voto. L’esecutivo e il Pd ritengono invece che lo «scostamento » dal pareggio di bilancio sia già stato votato in quella occasione e che dunque, visto che gli interventi sono “migliorativi”, sia sufficiente la maggioranza semplice. Sulle modalità del voto (giovedì al Senato) decideranno Boldrini e Grasso.
Repubblica – 29 ottobre 2014