Bruxelles conferma la deroga da 25 a 22 millimetri per la taglia minima delle vongole italiane e i pescatori ringraziano, sperando che la deroga diventi regola.
La modifica normativa, che consente la raccolta di vongole di mare (Venus Galina) di almeno 22 millimetri di diametro, era stata ottenuta dai pescatori italiani, organizzati nei vari Cogevo locali, nell’ottobre 2016, dopo manifestazioni di piazza, una anche a Venezia, e grazie alla produzione di studi scientifici che sostenevano come le vongole di quella taglia fossero già “adulte” e quindi in grado di garantire la continuità della specie.
La sperimentazione del nuovo regime doveva durare tre anni e concludersi alla fine del 2019. Quest’estate la Commissione europea (i ministri della Ue) aveva già concesso la proroga di un anno e ieri la commissione pesca del Parlamento europeo l’ha, a sua volta, approvata. Il rischio era che qualche Paese membro, segnatamente la Spagna, che ha una analoga produzione di vongole, potesse sollevare obiezioni, dal momento che in tutto il territorio dell’Unione, eccetto l’Italia, la taglia minima è, appunto, 25 mm. Non è accaduto e ora la strada è aperta non solo alla prosecuzione della sperimentazione ma, forse anche alla conferma definitiva della taglia minima suddetta.
«Le notizie che arrivano da Bruxelles sono confortanti – dice Michele Boscolo Marchi, presidente del Cogevo di Chioggia – ringrazio, per questo risultato, tutti gli euro parlamentari, di qualsiasi colore, che hanno saputo fare squadra e il ministero che ha fatto la sua parte. Aspettiamo di avere conferma della durata della proroga».
L’anno di tempo stabilito dalla Commissione europea, infatti, «inizialmente doveva servire a valutare l’esito complessivo della sperimentazione, fino al 31 dicembre di quest’anno. Serviva, quindi, un ulteriore periodo per esaminare tutti i dati. Noi abbiamo già inviato gli esiti del 2017 e 2018, che sono ampiamente positivi e manderemo anche quelli ultimi del 2019, con la speranza che la proroga, secondo le voci di corridoio che girano, possa diventare di due anni o anche diventare definitiva».
La mancata opposizione della Spagna, Marchi la spiega con «la mancanza di dati scientifici che contrastino i nostri. Loro hanno un mare più freddo e profondo, le loro vongole sono meno numerose e più grandi. Le nostre, in un mare basso e sabbioso, crescono in maggior numero, ma di taglia più piccola e, comunque, il prelievo viene fatto secondo criteri di sostenibilità, con lunghi periodi di fermo non retribuito. La vitalità della specie è assicurata». Marchi osserva, poi, che l’opposizione della Spagna era più intensa qualche mese fa, in fase pre-elettorale, rispetto ad oggi, e che fino al 28 dicembre, ultima data possibile per obiezioni al provvedimento, non dovrebbe accadere nulla.
Il Gazzettino di Venezia (Diego Degan)